zodiaco

01.Origini dello Zodiaco

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Lo Zodiaco con i suoi Segni Zodiacali deriva dalle Costellazioni presenti in una piccola porzione di cielo, cioè la fascia che si estende 9° a nord e 9° a sud dell’eclittica. 

Questa cintura di 18° di spessore e 360° di circonferenza è suddivisa in 12 porzioni dette Segni Zodiacali, ognuna delle quali prende il nome da una costellazione, ma non corrisponde alla costellazione stessa.

Infatti, i 12 Segni dello Zodiaco non rappresentano una mappa celeste: i nostri antenati ci hanno tramandato, in forma simbolica, ben altro tipo di conoscenze.

La parola Zodiaco deriva dal greco “zoe”, che significa vita, e “diakos”, che significa ruota. Dunque, Zodiaco significa Ruota della Vita.

Gli antichi greci distinguevano la vita intesa in senso generico e illimitato dalla vita limitata di un essere vivente specifico, utilizzando due diversi vocaboli: Zoe e Bios.

Zoe era la vita in senso generico e illimitato, appartenente a tutti gli esseri viventi non meglio specificati, detti “zoon”. 

Il termine bios, invece, indicava i tratti specifici di una vita definita, appartenente ad un singolo individuo.

Anche il termine Physis indicava la vita, ma era riferito solo alla vita generale delle piante. 

Quando si voleva caratterizzare la vita di una specifica pianta, si parlava di Phytou Bios, cioè vita di una pianta. 

Quando, invece, si voleva distinguere la vita animale da quella vegetale, si attribuiva il termine Bios agli animali.

Physis indicava un principio vitale generico ma inerte, cioè privo di movimento.

Zoe indicava un principio vitale animale, cioè animato, che implica il movimento.

Bios indicava un principio di vita peculiare e caratteristico. 

Il termine “zodiakos” indicava, dunque, il movimento della vita generale, identificandolo con un ciclo perpetuo: il Cerchio della Vita.

Zoe è la vita considerata senza nessuna caratterizzazione e senza limiti: è il livello base della vita, dal quale il Bios ha inizio.

Un’altra differenza tra Bios e Zoe, è che il Bios non si pone in antitesi rispetto a Thanatos, la morte. Anzi: una morte caratteristica è parte integrante della vita particolare di un individuo, che si caratterizza anche per il suo modo di estinguersi.

La vita generale intesa come Zoe, invece, esclude Thanatos poiché ne è il contrario, l’esatto opposto.

La lingua greca, dunque, era in grado di distinguere chiaramente una vita non caratterizzata che è alla base di ogni Bios e che si trova in completa antitesi rispetto alla morte, da una vita caratteristica in cui anche la morte è caratterizzante.

Zoe è indescrivibile. Non è il prodotto di astrazioni a cui potremmo giungere qualora decidessimo di prescindere, mediante un esperimento mentale, da ogni possibile caratterizzazione.

Tuttavia, possiamo sperimentare la Zoe quando avvertiamo che la vita è minacciata, quando proviamo angoscia, terrore e paura. Possiamo concepire la vita infinita solo in opposizione alla morte. 

La Zoe non ammette l’esperienza della sua propria distruzione: essa viene sperimentata come infinita. 

I greci antichi definivano la Zoe come il Tempo dell’Essere, inteso come un Essere perpetuo. 

Non è un tempo limitato in cui l’Essere, per così dire, entra, e nel quale rimane finché muore, ma è inteso come un Essere Perpetuo. 

Possiamo descrivere questo Essere Perpetuo detto Zoe come se fosse racchiuso nel Bios per un tempo limitato (la Zoe del Bios), cioè fino alla morte del Bios. Oppure possiamo descriverlo come l’infinito da cui il Bios è estratto come un frammento (il Bios della Zoe).

Lo Zodiaco rappresenta questa energia perpetua, viva, animata, mobile, ma non caratterizzata, con la Ruota Zodiacale in cui si susseguono 12 simboli: i Segni Zodiacali. Essi sono, dunque, gli stadi della Zoe, le forme generiche in cui essa si manifesta ciclicamente.

I simboli dello Zodiaco non hanno a che fare con la vita individuale, bensì con la vita di tutti gli esseri viventi animati.

Del simbolismo dei Segni Zodiacali non sappiamo nulla. È molto probabile che i simboli pittorici dello Zodiaco, le loro forme, il loro numero e la loro disposizione, esprimano leggi e strutture che formano l’universo e la vita che lo anima.

Possiamo supporre che i Segni Zodiacali fossero archetipi, come gli Déi che i greci antichi definivano “rheia zoontes”, cioè coloro che vivono facilmente.

Del resto, gli Déi non erano certo considerati inamovibili come le statue che li rappresentano. Essi erano principi dinamici, avevano una loro sfera d’azione in cui causavano esperienze caratteristiche. Quando, però, una divinità voleva affermare il suo peculiare modo di vivere contro i dettami di Zeus, troviamo il verbo “beomai”, connesso con il termine Bios.

Possiamo dedurne che la caratterizzazione è data da ciò che elude il ciclo naturale della vita infinita, che si differenzia dalle sue leggi e dalle sue strutture cicliche e perpetue. Caratterizzare significa, dunque, definire e limitare. 

La limitatezza della vita individuale, della Bios, può essere sperimentata come pochezza rispetto alla Zoe. Proprio questo senso di pochezza della nostra esistenza rispetto all’eternità,  ci fa provare desiderio di non essere più, il desiderio di Thanatos. 

Praticamente, è proprio la nostra natura di esseri individuali, che causa la nostra morte.

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