corrispondenze dell'alfabeto ebraico

08. Corrispondenze dell’Alfabeto Ebraico

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Il Computo del Tempo

Possiamo affermare con certezza che viviamo in un mondo tridimensionale, cioè viviamo in una dimensione chiamata Spazio che ha tre dimensioni: lunghezza, larghezza, altezza. 

Se considerassimo le direzioni in cui potersi spostare nello spazio partendo da un punto qualunque, esse sarebbero sei: quattro direzioni verso i punti cardinali a cui si aggiungono anche l’alto e il basso. 

In pratica è come se ci trovassimo all’interno di un cubo con le sue sei facce, solo che, non essendo agevole andare sotto terra o involarsi nel cielo, ecco che l’essere umano ha devoluto queste due direzioni all’ambito spirituale. 

Così ci siamo abituati a pensare di poterci spostare solo in quattro direzioni, come se vivessimo in un mondo piatto e bidimensionale. In funzione di ciò, l’altezza è considerata un territorio appartenente al divino mentre il basso è sede di creature poco raccomandabili.

Questa descrizione del nostro Mondo, però, non è sufficiente poiché lo spazio in cui viviamo cambia col passare del tempo. Tuttavia, il Tempo non appartiene alla dimensione spaziale, ma costituisce una sovra-dimensione rispetto allo Spazio e ha in sé altre tre dimensioni: passato, presente e futuro. 

Allora, possiamo affermare di vivere in un modo Spazio-Temporale che ha sei dimensioni, tre dimensioni dello Spazio e tre dimensioni del Tempo. Quante sono, allora, le direzioni? 

Qualunque sia l’epoca e luogo terrestre che si vuole considerare, per misurare lo scorrere del Tempo è possibile utilizzare solo ed esclusivamente due parametri oggettivi: il Sole e la Luna. Entrambi questi parametri mettono in evidenza un fattore fondamentale: la ciclicità.

La ciclicità viene associata alla circolarità, ma sappiamo che le orbite dei pianeti che ruotano intorno al Sole sono ellittiche e non circolari.

L’anno solare o anno tropico, è il tempo impiegato dalla Terra per compiere il suo giro intorno al Sole e corrisponde al ciclo delle stagioni. Esso è di 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 46 secondi. 

Il mese lunare, detto mese sinodico, conta esattamente 29 giorni, 12 ore 44 minuti e 3 secondi, quindi l’anno lunare medio risulta essere di 354 giorni, 8 ore, 48 minuti e 36 secondi.

Facendo una media tra anno solare e anno lunare otteniamo (354,36+365,25) /2 = 359,805, in pratica 360°. Così si ottiene la circolarità del Tempo. 

Probabilmente, la prima ruota ideata dall’uomo è stata proprio la Ruota del Tempo. 

Personalmente, mi piace pensarla così e, forse, è proprio per calcolare il ritorno ciclico del Tempo con le sue maree e le sue stagioni che l’umanità si è data pena di imparare a contare.

Agli Egizi viene attribuito il merito di aver contato 360 giorni, ovvero 12 mesi di 30 giorni, così come la Ruota del Tempo è di 360°.

Ai Caldei è stato attribuito il merito di aver diviso i giorni in 12 parti di 2 ore ciascuna, a partire dall’alba. 

Al popolo ebraico, invece, è dato di aver diviso la settimana in 7 giorni.

A prescindere dalle opinabili attribuzioni, queste suddivisioni per il calcolo del Tempo hanno un comune denominatore: il sistema numerico sessagesimale.

Se stai per obiettare che la settimana è suddivisa in 7 giorni e non 6, ti ricordo che il settimo è un giorno di riposo, dunque nullo.

Il sistema sessagesimale è il sistema di numerazione degli antichi babilonesi e, come il nostro, è un sistema di numerazione posizionale. Ciò significa che  i simboli (cifre) usati per scrivere i numeri assumono un valore diverso a seconda della posizione che occupano nella notazione. Vale a dire che, ad esempio, in un numero composto da tre cifre, l’ultima cifra indica l’unità, quella in mezzo le decine e la prima le centinaia. 

Il sistema sessagesimale utilizzato dai babilonesi è un sistema additivo. Questo significa che i numeri erano rappresentati da una successione di simboli che, nella fattispecie del sistema babilonese, erano due: 

  • un chiodo verticale che rappresenta l’unità;
  • un punzone con la punta diretta a sinistra che rappresenta la decina.

La quantità nulla, cioè lo zero, era rappresentata da uno spazio vuoto.

Dunque, ecco come scrivevano i numeri gli antichi babilonesi.

Numeri babilonesi 1

Solo intorno al 300 a.C si iniziò ad utilizzare un chiodo obliquo al posto  dello spazio vuoto per indicare lo zero. Tuttavia, questo simbolo  non aveva una vera funzione oltre a quella di segnaposto. 

Il simbolo dello zero deriva dalla lettera greca omicron che troviamo nelle tavole di Tolomeo e Giamblico, i quali lo utilizzavano dal I secolo d.C. Il nome per esteso era οὺδἐν ouden, che significa “nulla, niente”.

Ma torniamo al nostro computo del Tempo.  

La durata di un anno lunare non coincide mai con i calcoli, né astronomicamente a causa di piccole irregolarità del moto lunare, né calendarmente, perché un anno civile è composto da un numero intero di giorni. Dunque, l’anno lunare ordinario viene arrotondato a 354 giorni, ma ogni calendario lunare deve avere modo di aggiungere in media circa un giorno ogni tre anni per recuperare le 8 ore e 48 minuti trascurati. 

Un altro sistema che cerca di conciliare l’anno lunare con l’anno solare è quella dell’anno embolismico, cioè della durata di 13 mesi sinodici consecutivi. Gli anni embolismici sono utilizzati circa ogni tre anni dai calendari lunisolari. 

Così funziona, a grandi linee, il Calendario ebraico perciò di esso è detto che celebra lo zivug, che significa unione, in riferimento all’unione del Sole e della Luna, ovvero del maschile e del femminile. 

Nella cultura ebraica, le giornate cominciano la sera, i mesi iniziano il giorno del novilunio e la maggior parte delle feste ebraiche cadono nel quindicesimo giorno del mese, giorno del plenilunio.

Il primo giorno del mese, giorno di novilunio, è detto Rosh Chodesh, che significa letteralmente nuovo inizio. Il quindicesimo giorno, quello del plenilunio, cadono le feste dette Seder che, letteralmente, significa ordine. 

Rispetto all’inizio dell’anno vi sono tre cadenze, ognuna con un significato diverso. 

Il Capodanno ebraico si identifica con la festa di Rosh ha-Shana che cade il primo giorno del mese di Tishrì. Questo primo Capodanno è l’inizio dell’anno solare e introduce ai dieci giorni penitenziali che precedono lo Yom Kippur

Un secondo Capodanno cade il 15 di Shevat, in occasione di Tu BiShvat, il Capodanno degli Alberi, che richiama il ciclo dell’anno agricolo. 

Il terzo Capodanno ha valenza religiosa e cade il giorno 1 del mese di Nisan, il medesimo mese in cui, il giorno 15, giorno del plenilunio, cade la festa di Pesach, la Pasqua ebraica. 

Quest’ultimo è il Capodanno considerato anticamente ed anche quello che ha maggior interesse per i nostri studi. Dunque, il primo mese è Nisan e, successivamente, tutti i mesi vanno da un novilunio all’altro.

Siccome nella Torah è scritto “conserverai il mese della Primavera”, il mese di Nisan inizia sempre in concomitanza con l’equinozio di primavera e il mese intercalare, Adar Shenì (Adar secondo), viene inserito subito prima di tale evento.

Non intendo dilungarmi oltre sul calendario ebraico, essendo il fulcro della questione il computo del Tempo e la sua relazione con gli archetipi dell’Alfabeto ebraico.

Vediamo dunque la tabella dei mesi in relazione agli antichi calendari dei popoli mesopotamici.

 

 

Questa è la tabella del Calendario ebraico che, come si vede, ha origini davvero molto antiche se si pensa che i ritrovamenti archeologici della città di Nippur (in sumerico Nibru, in accadico Nibbur) risalgono all’incirca al IV millennio a.C. 

Ciò è in perfetto accordo con il computo del tempo rilevato dagli ebrei, che oggigiorno contato oltre 5700 anni.   

Nell’ultima colonna a destra della tabella ho indicato i nomi dei Segni Zodiacali con il termine MAZALOT, מזלות. Questo termine compare nelle Scritture in 2 Re (23: 3-5) ed è spesso tradotta come costellazioni o pianeti. Alcuni studiosi ritengono che mazal derivi dall’assiro manzaltu, che significa stazione.

Nel Talmud si trova l’espressione tequfot ve-mazalot. Tequfot significa “equinozi e solstizi”, in genere indica tempi e misure legate all’astronomia. Possiamo quindi tradurre l’espressione tequfot ve-mazalot come “periodi e segni”, dove i Segni sono le Costellazioni che salivano e scendevano dalla linea dell’orizzonte.

In yiddish questo termine venne usato nel senso generale di astrologia, così la definizione גַלגַל הַמַזָלוֹת galgal ha-mazalot indica la Ruota dello Zodiaco.

Il termine mazal è utilizzato nell’espressione “mazel tov” che significa buona fortuna. Mazal indica dunque la fortuna nel senso di sorte ed è chiaro che i Segni dello Zodiaco, assegnati alle costellazioni, sono i Segni della Ruota del Destino. 

Vi è nella Bibbia anche un’altra parola simile: מַזָּרוֹת mazarot, che si trova nel Libro di Giobbe (38.32). Anche mazzarot viene tradotta come costellazioni, secondo l’esegeta biblico del X secolo Saadia Gaon, ma altri hanno interpretato la parola mazzarot come Ghirlanda di Corone. 

Il contesto è comunque quello delle Costellazioni Astronomiche ed è spesso interpretato come un termine per lo Zodiaco o le sue Costellazioni. Tuttavia questa parola indica qualcosa di più “sottile” rispetto al “segno” che ha natura materiale. 

Infatti troviamo spesso questa parola in riferimento alle Tribù di Israele. 

E’ noto, negli ambienti in cui si parla di esoterismo, che vi sia una corrispondenza tra Segni Zodiacali e Tribù di Israele. Quello che però non è ben noto è quali siano queste corrispondenze. Come al solito, vi sono numerose interpretazioni a riguardo.

Corrispondenze Astrologiche

Nella tabella sottostante sono riportate due versioni del Sefer Yetzirah: quella utilizzata da Luria e quella commentata  da Donnolo nel suo Sefer Hakhmoni.

Shabbatai Donnolo fu un rabbino, medico e astrologo italiano, vissuto tra il 913 e il 982 d.C. 

Nel suo Sefer Hakhmoni, riferisce ulteriori corrispondenze oltre a quelle della versione del Sefer Yetzirah da lui utilizzata (la Versione Lunga).

Ad esempio, Donnolo riconosce che, anche se Saturno, Sabato, la bocca, la vita e la morte sono state create tutte con la lettera Bet iniziale e combinata con le altre sei lettere doppie, Saturno non domina né la vita e la morte né la bocca, bensì la ricchezza e la povertà e la narice sinistra. Lo stesso vale per tutte le altre lettere, doppie e semplici.

Per fare un altro esempio, Donnolo spiega che anche se la milza, l’olfatto e l’anosmia furono creati con la lettera Zayn, il riso e il pianto vengono generati dalla milza, così come la rabbia viene generata dal fegato, pertanto il fegato ha il potere di rendere l’uomo cieco e sordo a causa dello stato di agitazione prodotto dalla rabbia.

 

Lettere Madri

 

Lettere Doppie

Corrispondenze delle Lettere Doppie secondo Luria

 

Corrispondenze delle Lettere Doppie secondo Donnolo

 

Lettere Semplici

Corrispondenza delle Lettere Semplici secondo Luria

 

Corrispondenze delle Lettere Semplici secondo Donnolo

 

Corrispondenze con i Tarocchi

Per terminare il discorso sull’Alfabeto ebraico e le corrispondenze delle varie Lettere, non si può fare a meno di citare l’analogia del sistema cabalistico con i Tarocchi.

Ovviamente anche in questo caso vi sono delle discrepanze, e possiamo distinguere due scuole di pensiero fondamentali:

  • la scuola inglese, che fa riferimento essenzialmente alla Golden Dawn e ad esoteristi quali Aleister Crowley, Mc Gregor Mathers, Dion Fortune, Israel Regardie, Arthur Edward Waite;
  • la scuola francese, che conta tra le sue schiere personalità del calibro di Elifas Levi, Oswald Wirth, Mouni Sadhu, Papus, ed altri ancora.

La differenza sostanziale tra queste due scuole è che quella francese mantiene l’ordine di numerazione delle carte dei Tarocchi associato al numero di ogni Lettera ebraica, fatta eccezione per il Matto che, essendo senza numerazione, viene associato, non in sequenza, alla 21esima lettera, e di conseguenza slitta anche l’ultima corrispondenza numerica tra la lettera Tau e l’Arcano numero 21.

La scuola inglese, invece, pone il Matto associato alla lettera Alef, di conseguenza slitta tutta la numerazione che non ha più alcuna corrispondenza con quella delle lettere ebraiche. Inoltre vengono invertite le carte della Giustizia e della Forza. 

Per quanto riguarda le corrispondenze astrologiche, queste restano invariate in entrambe le scuole per le Lettere Madri e per le Lettere Semplici, in quanto adottano le attribuzioni del Sefer Yetzirah nella versione dell’Ari, mentre per le Lettere Doppie corrispondenti agli Astri vi sono notevoli divergenze tra le due scuole, che differiscono completamente anche dalle versioni del Sefer Yetzirah.

 

 

La differenza sostanziale tra queste due scuole è che quella francese mantiene l’ordine di numerazione delle carte dei Tarocchi associato al numero di ogni Lettera ebraica, fatta eccezione per il Matto che, essendo senza numerazione, viene associato, non in sequenza, alla 21esima lettera dell’Alfabeto ebraico, e di conseguenza slitta anche l’ultima corrispondenza numerica tra la lettera Tau e l’Arcano numero 21.

La scuola inglese, invece, pone il Matto associato alla lettera Alef, di conseguenza slitta tutta la numerazione che non ha più alcuna corrispondenza con quella delle lettere ebraiche. Inoltre, vengono invertite le carte della Giustizia e della Forza. 

Per quanto riguarda le corrispondenze astrologiche, queste restano invariate in entrambe le scuole per le Lettere Madri e per le Lettere Semplici, in quanto adottano le attribuzioni del Sefer Yetzirah nella versione dell’Ari.

Invece, per le Lettere Doppie corrispondenti agli Astri vi sono notevoli divergenze tra le due scuole, che differiscono completamente anche dalle versioni del Sefer Yetzirah.

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