Il Carro

7. Il Carro

divisore

Corrispondenze del Carro

Io sono Colui che giuda se stesso

e porta a termine la sua missione, trionfante!

 

Titoli dell’Arcano

Sul piano dell’Archetipo: Spiritus Dominat Forman

Sul piano dell’Uomo: Victoria

Sul piano della Natura: Jus Proprietatis

Altri Nomi: Curriculum Hermetis

 

Principio

Una volta fatta una scelta si possono affrontare gli ostacoli della vita, mettersi alla prova, conoscere la gioia della vittoria e l’amarezza della sconfitta da cui trarre lezione.

Occorre lottare con coraggio, procedere fino in fondo nelle proprie scelte.

Volere, progredire, evolversi, perseverare, riuscire.

 

La Settima Porta: la Ricerca del Guerriero

Questo è un carro da guerra e colui che lo giuda sa che dovrà andare fino in fondo alla sua missione, poiché questa è la sua scelta.

Così egli lotta contro tutto ciò che può distoglierlo dal suo obiettivo, deviarlo dalla sua strada. Sa che vincerà, poiché le sue armi sono l’agilità e l’abilità dello spirito.

I suoi pensieri e le sue idee devono essere portati a compimento e per far ciò egli deve conoscere e credere, sognare ed essere concreto allo stesso tempo. Dopo aver condotto il suo carro ai limiti del sogno e della coscienza la settima porta sarà superata.

 

Evoluzione dei Simboli

Nel mazzo Visconti (1450) una donna, di profilo, con le stesse insegne regali della carta dell’Imperatore, siede su un carro trainato da due cavalli alati: si tratta della dea Vittoria.

Dal Marsiglia (1751) in poi, il Carro è guidato da una figura maschile, che però presenta decorazioni lunari sulle spalle, e in posizione frontale.

Il mazzo Grand Etteilla (1778) è l’unico in cui nell’Arcano VII sono raffigurate delle redini, con chiaro riferimento alla capacità di saper guidare la propria vita nella direzione voluta senza sforzo, con piena collaborazione degli stati d’animo rappresentati dalle creature Elementari.

Da Wirth (1889) i due cavalli diventano due sfingi.

Crowley (1944) trasforma le sfingi nei 4 animali viventi dell’Apocalisse di Giovanni. 

Questi sono i quattro angeli che presiedono al governo del mondo fisico rappresentando ciò che nella creazione vi è di più «nobile, forte, saggio ed agile». In seguito, il cristianesimo li ha associati ai quattro Evangelisti, ai quattro Pilastri del Mondo,  ai punti cardinali e ai Quattro Elementi: Fuoco-Leone, Aria-Aquila, Acqua-Angelo, Terra-Toro.

E’ da notare che i quattro animali, insieme, formano il corpo stesso della sfinge egizia, caratterizzato dal dorso taurino, sormontato da ali d’aquila, con zampe di leone e testa umana.

 

Cabala

Scuola Inglese: lettera Chet

Scuola francese: lettera Zayin

Astrologia

Segno zodiacale: Cancro

 

Gli Insegnamenti di Eliphas Levi

 

Dogma e Rituale dell’Alta Magia

Il sette è un numero sacro in tutte le culture. Esso si compone del ternario e del quaternario, rappresentando l’intelletto assistito dalle potenze Elementari. Praticamente è la ragione servita dalla natura. Tale è il Sanctum Regnum di cui si parla nelle Clavicole di Salomone.

Sette è anche il numero dei vizi e delle virtù, sette sono le note musicali, sette sono i colori del prisma dal rosso al violetto, e infine sette sono gli astri del sistema solare conosciuto dagli antichi.

Dunque, il numero sette rappresenta una scala di elementi archetipici, il cui mescolarsi forma la complessità del ogni cosa nel Mondo. 

A questo punto, Eliphas Levi (come altri autori) si dilunga, sia nel Dogma che nel Rituale, ad elencare le varie  corrispondenze con le cosiddette Sette Cause Seconde rappresentate dai sette astri: Sole, Mercurio, venere, Luna, Marte, Giove e Saturno. Considerando la lungaggine dell’argomento, dedicherò un articolo ad ognuno di essi, ma non in questa sezione.

I sette Astri non sono altro che simboli della scala delle nostre affezioni. Fare talismani del Sole, della Luna o di Saturno significa unire magneticamente la propria volontà a segni che corrispondono ai poteri principali dell’anima; consacrare qualche cosa a Venere o a Marte o a Mercurio, vuol dire magnetizzare questa cosa con una intenzione diretta, sia di piacere sia di scienza, che di profitto. I metalli, gli animali, le piante e i profumi analoghi, sono in questo i nostri ausiliari.

Inoltre, Levi considera settenaria anche la divisione del tempo della vita. Su questa base, l’Abate Tritemio stabilì la sua clavicola profetica dei Sette Spiriti Planetari, per mezzo della quale è possibile predire con certezza i grandi avvenimenti dell’avvenire e fissare in precedenza, di periodo in periodo, i destini dei popoli e del mondo.

San Giovanni, depositario della dottrina segreta di Cristo, ha consegnato queste dottrine nel libro cabalistico dell’Apocalisse ch’egli figura chiuso da sette sigilli. In esso vi si trovano i sette geni delle antiche mitologie, insieme alle coppe, le spade, i quadri e i pentacoli del Tarocco, in una meravigliosa epopea profetica di cui il ternario, il quaternario, il settenario e il duodenario sono le chiavi.

Le figure geroglifiche sono analoghe a quelle del libro di Ermete o della Genesi di Enoch.

 

Il Rituale Magico del Sanctum Regnum 

Seduto sul Carro, Ermete tocca la Sfinge Nera, Boaz, che significa Amore ed è guidata da Samael, con una Spada d’acciaio; e tocca la Sfinge Bianca, Jakin, che significa Potere ed è guidata da Anael, con una Bacchetta d’oro.

Le Entità malvagie temono la Spada poiché le loro forme astrali tendono ad essere ferite o mutilate da un’arma del genere.

Gli Spiriti candidi obbediscono alla Bacchetta consacrata, per la corrispondenza con il simbolo della Bacchetta di Mosè.

Il Mago che ha saputo fare la scelta giusta si trova sollevato da terra e segue speditamente il percorso che lo attende. Egli ha saputo domare le sue forze interiori divergenti e piegarle al proprio volere.

L’autocontrollo non indica stabilità, ma comunque si è compiuto un nuovo progresso.

 

 

Il Carro di Oswald Wirth

Il CarroIn questo Arcano vediamo un giovane imberbe, snello e biondo come il Bagatto e l’Innamorato, che indossa una corazza e impugna uno scettro, come l’Imperatore.

Egli incarna i principii superiori della personalità umana per rappresentare l’Anima intellettuale (Antimonio), nella quale si sintetizzano il principio pensante (Bagatto), il centro dell’energia volitiva (Imperatore) e l’affetto (Innamorato).

A differenza dell’Imperatore, che nella sua immutabile fissità è assiso su di un cubo immobile, il Trionfatore percorre il mondo su di un veicolo la cui forma rimane cubica ma a cui sono state messe delle ruote.

La forma cubica indica sempre una realizzazione materiale e in questa carta viene applicata alla mobilità dell’Intelletto in azione, grazie al quale lo Spirito può manifestarsi dinamicamente nel mondo della Materia.

Il Carro ha dunque un ruolo di mediatore fra l’incorporeo e il tangibile. Esso rappresenta ciò che Paracelso chiamava Corpo Astrale.

Con questo termine, Paracelso indicava un’apparizione, un doppio, un’immagine spirituale, come un fantasma, di una persona vivente o morta.

Questa apparizione veniva chiamata Eidolon nell’antica Grecia, ed è detto Habal de Garmin dai cabalisti.

Ecco, dunque, cosa rappresenta il Carro Cubico con le Ruote: il nostro doppio in astrale.

La sua natura eterea è simboleggiata dal globo alato che decora la parte frontale del veicolo. Al di sotto di esso, vediamo il simbolo orientale relativo all’unione dei sessi.

Le ruote del Carro hanno i raggi rossi per rappresentare l’ardore vitale mantenuto dal movimento.

Nella Cabala, le ruote ricordano i vortici di fuoco che, nella visione d’Ezechiele, sostengono il Trono Divino, detto Merkabah.

Il Trionfatore dirige il suo Carro guardando diritto davanti sé. Sul suo capo brilla l’emblema del Sole, al centro di stelle che corrispondono ai pianeti.

Il Settenario così costituito ricorda quello del Carro di Davide, designazione popolare dell’Orsa Maggiore (detta anche Grande Carro), costellazione composta di sette stelle principali, che i romani chiamarono buoi, Septem triones, da cui deriva il nome “settentrione” assegnato al nord.

Dagli angoli del Carro s’innalzano i quattro sostegni del baldacchino. Quelli anteriori sono gialli e quelli posteriori verdi. Sono i colori cari alla baccante dell’arcano VI.

Il quaternario, di cui il Trionfatore occupa il centro, ricorda quindi le attrazioni che egli non deve subire. È difeso da queste tentazioni grazie alla sua corazza rossa, rafforzata da una triplice squadra disposta con il vertice in alto e fissata da cinque borchie d’oro.

Il rosso esprime l’attività spiegata nel perseguimento dello scopo (la strada seguita dal Carro).

La squadra, invece, sostituisce sulla corazza l’insegna del Maestro che dirige i lavori di un laboratorio massonico. Questo strumento controlla il taglio normale delle pietre dell’edificio da edificare (squadra, in latino, si dice norma).

Le cinque borchie d’argento della squadra ricordano che il quaternario degli Elementi è dominato dalla Quintessenza, che rappresenta l’Anima delle cose.

Il cinque deve ricondurre il quattro all’unità, perché il Signore del Carro entri nel pieno possesso di sé, e possa dirigere il suo veicolo senza lasciarsi distrarre da altre influenze ma altresì conciliando gli opposti.

Nella sua fissità solare, la sua azione di guida si fa sentire tanto più poderosamente su tutto ciò che è lunare, quindi capriccioso e mobile.

Quindi le maree emotive sono sono agli ordini del Trionfatore, che porta sulle spalle due mezzelune in opposizione, come per dare al braccio destro il potere su ciò che cresce e al braccio sinistro il potere su ciò che decresce.

Tale dominio è rappresentato anche dai tre festoni inferiori della corazza, che proteggono l’addome, che rappresentano gli istinti, le pulsioni e le fluttuazioni emotive.

Questo dominio è simboleggiato anche dal diadema degli Iniziati, sovrastato da tre pentacoli d’oro.

Queste stelle rappresentano anche le tre direzioni: quella centrale, seguita dal Carro, quelle di destra e di sinistra. La visione globale delle tre Vie permette di sapersi dirigere nella vita, piuttosto che di accontentarsi di procedere con i paraocchi, diciamo.

Le due Sfingi che trainano il Carro come le forze raffigurate dalle colonne Jakin e Bohas, non sono due animali separati, ma uno solo, aggiogato al Carro per la metà del suo corpo.

Il merito del Trionfatore consiste nell’averlo saputo aggiogare, poiché egli utilizza in questo modo energie che, abbandonate a se stesse, non possono far altro che neutralizzarsi reciprocamente.

La Sfinge bianca simboleggia le buone volontà costruttive che aspirano al bene generale, realizzato pacificamente, senza scosse.

La Sfinge nera, invece, freme d’impazienza e tira a sinistra con grande veemenza, a tal punto che la Sfinge bianca è costretta a tirare più forte dalla sua parte.

In questo modo il veicolo avanza rapidamente, secondo la legge meccanica del parallelogramma delle forze.

La padronanza iniziatica è rappresentata dallo Scettro della Saggezza, ovvero una semplice bacchetta terminante in una serie di sfere ovoidali, che sembrano nascere l’una dall’altra. Essa indica che il Signore del Carro presiede alla schiusa delle virtù di cui gli individui contengono i germi.

Infine, il Trionfatore è sovrastato da un baldacchino azzurro (in contrasto con le ruote rosse) che è l’immagine del firmamento, e come tale separa il relativo dall’assoluto. Esso ripara e arresta opportunamente lo slancio troppo ambizioso del pensiero, dei sentimenti e delle aspirazioni.

Nella Massoneria lo scettro è sostituito dal mazzuolo, nelle mani di coloro che dirigono i lavori dei Massoni riuniti in Loggia, e il presidente siede sotto un baldacchino stellato, davanti ad un altare quadrato che completa l’analogia con il personaggio del VII Arcano, il cui petto è ornato dalla squadra, monile distintivo del Venerabile.

È la fissazione del Mercurio dei Saggi, operazione compiuta da Ermes quando, inserendo la sua verga fra due serpenti in lotta per divorarsi, provocò la formazione del caduceo.

L’arte di governare si basa, come la Grande Opera, sulla captazione delle opposte correnti dell’agente universale raffigurato nell’Azoth dei Filosofi di Basilio Valentino, sotto forma di un serpente che circonda la luna e il sole, e le cui estremità sono un leone (fissità) e un’aquila (volatilità) che si accostano, domati nella loro collera.

 

Il Carro di Aleister Crowley

Il CarroLa carta del Carro mostra un auriga in armatura d’oro, assorto in posizione meditativa. E’ l’immagine del guerriero che ha domato la forza bruta e si esprime per mezzo della forza tranquilla.

La visiera dell’elmo abbassata copre interamente il viso, come l’armatura copre completamente il corpo. Ciò simboleggia come l’accumulo della forza interiore mediante la concentrazione, che isola e protegga dal mondo esterno.

La forza tranquilla spiega l’arresto esteriore, mentre i cerchi concentrici sullo sfondo rappresentano il vortice dell’eternità che unisce l’uomo con tutte le sue azioni al piano creativo-attivo.

E’ da notare che l’eternità, un continuo flusso senza inizio né fine, non è rappresentata come un tranquillo fluire di profondità eterne, ma come un graduale gonfiarsi di gorghi concentrici.

E’ proprio questa dinamica dell’eterno a spingere il Carro in avanti, nel fluire del Tempo.

Questa forza dinamica è rappresentata dal rosso al centro dei gorghi, che è pari al rosso dentro il calice che l’auriga tiene in mano, rivolto con l’apertura in avanti come a voler mostrare di proposito il suo interno.

Esso è il Santo Graal, che l’Auriga riempie con la concentrazione della propria energia, ed è in linea con il centro dei vortici dell’eternità.

Parimenti, anche le ruote del Carro sono rosse, sempre a simboleggiare tale dinamica.

Le quattro Sfingi che tirano il Carro sono i Guardiani dei quattro cardini del Cielo, ad indicare che il movimento del Carro è onnidirezionale.

Le quattro colonne che sorreggono il baldacchino blu, che rappresenta il cielo notturno e la Dea della Notte (Binah), sono le colonne del mondo, i Quattro Elementi, che sostengono il ciclo perpetuo.

Sull’elmo dell’Auriga è raffigurato il Segno zodiacale del Cancro, che Crowley collega a questa carta attraverso la Luna e il dominio delle emozioni. Sull’armatura troviamo le dieci stelle di Assiah, l’eredità della rugiada celeste della Madre.

Nel complesso, il simbolismo composito di questa carta vede il Graal come il vaso in cui viene raccolta l’energia dell’Io individuale centrata ed allineata all’energia universale ed eterna del nostro Sè superiore.

La Sfinge è un essere composto di quattro animali, ovvero che unisce in sé armoniosamente i quattro elementi. Essa ha volto di uomo, corpo di toro, zampe e coda di leone e ali d’aquila.

Nella carta di Crowley, però, ogni Sfinge è composta di altre parti del corpo dei cherubini, rappresentando così sedici sotto-elementi: fuoco del Fuoco, aria del Fuoco, terra del Fuoco, e così via..

Le sfingi nere cercano di bloccare la strada, mentre il loro sguardo è rivolto verso un altrove di cui non siamo consapevoli. Le sfingi bianche, invece, ci guadano mentre le osserviamo.

Il Discendente dell’avvoltoio, incarnato da Due in Uno: questo è il Carro del Potere.

Il Carro nella Divinazione

Caratteristiche Vittoria, Trionfo. Volontà, determinazione, perseveranza, successo.

Consiglio Sollecita l’abilità, chiama a raccolta tutte le risorse dell’anima per avere i mezzi necessari per riportare una vittoria.

 

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