imperatore

4. L’Imperatore

divisore

Corrispondenze dell’Imperatore

Io sono l’emozione creatrice

la certezza dell’Essere

la Potenza realizzatrice

Titoli dell’Arcano

Sul piano dell’Archetipo = Forma 

Sul piano dell’Uomo = Auctoritas

Sul piano della Natura = Adaptatio

Altri nomi: Quaternario, Tetragramma, Pietra Cubica

Principio

Realizzare, concretizzare, dominare, produrre, proteggere, vincere, mantenere il potere.

E’ il governatore di questo mondo, delle cose materiali, concrete, un sovrano forte ed equo, positivo, ispirato a ideali sublimi, che regna sul mondo e sui popoli che lo abitano. Ha un carattere possente, forte e sicuro, realizza grandi imprese e ne protegge i risultati.

La sua intelligenza è di ordine pratico e metodico.

La Quarta Porta: il Potere d’Azione

Implica nell’individuo lo sviluppo della propria volontà superiore e dello spirito, grazie a cui può esercitare una presa sul mondo esterno e una piena padronanza di se stesso. Nell’affermare se stesso egli si distingue dal caos, si impone a tutti gli effetti come una persona nel mondo delle apparenze.

La vita si genera e si riproduce da sola e all’infinito, così l’uomo può disporre di un giardino e di una ricchezza che sembrano inesauribili. Egli però può intervenire sulla riproduzione in modo che questa non avvenga in maniera anarchica.

La gioia di agire ha bisogno di essere indirizzata: è il potere di azione che la orienta in una direzione. Esso non si ferma mai, non si fissa mai. Trovando la ragione di vivere e di agire si supera la quarta porta.

Evoluzione dei Simboli

Nel mazzo Visconti (1450) l’Imperatore è posizionato di tre quarti, ha il globo imperiale nella sinistra e una verga sottile nella destra.

Nel Marsiglia (1751) è di profilo, girato verso sinistra, tiene le gambe incrociate a formare un 4 e  ai suoi piedi è presente l’arma con l’aquila. Il globo e la verga si sono uniti a formare lo scettro sormontato dall’orbe. 

Nel Grand Etteila (1778) l’Imperatore è rappresentato unicamente dal Sole.

In Wirth (1889) è voltato di profilo verso sinistra, seduto sul cubo del mondo materiale su cui è disegnata l’aquila. Ha di nuovo il globo nella sinistra, uno scettro nella destra.

Ricorda quello di Papus (1909), anche se in questo caso si tratta di un Faraone.

Nel mazzo Waite (1927) è seduto sul trono in posizione frontale, con le gambe divaricate. Tiene un globo d’oro nella mano sinistra e uno scettro nella destra, somigliante a una Chiave della Vita egizia, dissimulata, oppure a una Tau. Le spalliere del trono hanno teste di Ariete.

Aleister Crowley (1944) riporta il motivo del trono con teste d’Ariete, che troviamo anche anche sullo scettro, mentre il globo è sormontato da una croce a otto punte. L’Imperatore è raffigurato in posizione frontale con le gambe accavallate a formare una Tau. Ritorna anche lo scudo  con l’aquila a due teste, con accanto l’agnello mistico che si sacrifica per il mondo.

Cabala

Scuola francese: lettera Daleth

Scuola inglese: lettera He; Crowley invertì l’Imperatore con la Stella, mettendo L’Imperatore in analogia con la lettera Tzade.

Astrologia

Influenza saturno-marziana, nel senso di energia attiva, maschile, creatrice.

Sole in capricorno, nel senso di responsabilità, sicurezza, struttura, continuità e tenacia.

Gli Insegnamenti di Eliphas Lévi

Dogma e Rituale dell’Alta Magia

Vi sono in natura due forze che producono un equilibrio, e queste tre non sono che un’Unica Legge. Ecco come il Ternario si riassume nell’Unità.

Aggiungendo al Ternario l’idea di Unità, si giunge al Quaternario, primo numero quadrato, fonte di tutte le combinazioni numeriche e principio di tutte le forme.

Le quattro operazioni filosofiche dello spirito umano sono: affermazione, negazione, discussione e soluzione.

La discussione concilia la negazione e l’affermazione, rendendole necessarie l’una all’altra ed equilibrandole in una soluzione. Così, il ternario filosofico, nascendo dal binario antagonistico, si completa col quaternario che è la base quadrata di ogni verità.

Tutto ciò che esiste, nel bene e nel male, nella luce e nell’ombra, si rivela per mezzo del quaternario.

Essendo il Verbo l’affermazione divina, è necessaria anche la sua negazione. Per questo, i cabalisti dicono che il nome del demonio è il nome divino scritto al contrario.

Il Tetragramma cabalistico, Jodheva, esprime Dio nell’umanità e l’umanità in Dio.

Questa causa prima si è sempre rivelata per mezzo del simbolo della croce, che è un’unità composta di due rami che intersecandosi si dividono in quattro.  Il punto centrale della croce è anche il punto di incontro di due angoli retti, dunque di due triangoli infiniti.

Il Grande Agente magico si rivela in quattro tipi di fenomeni, ed è stato sottomesso al brancolamento delle scienze profane sotto quattro diversi nomi: calore, luce, elettricità e magnetismo*.

[*Scoperte scientifiche moderne riconosco quattro tipi di forze o interazioni: gravitazionale, elettromagnetica, nucleare forte e nucleare debole].

Esso è stato identificato con vari nomi. Cabalisticamente parlando, abbiamo: YHVH, INRI** e AZOT. Altre scuole lo chiamano etere, fluido magnetico, anima della terra, serpente, Lucifero, e con altri nomi ancora.

**Rispetto alla sigla INRI, interpretata convenzionalmente come Gesù Nazareno Re dei Giudei, viene da alcuni letta come Yam, che significa mare (Acqua), Nour che significa Fuoco, Ruah che significa Aria e Yebeshah che significa Terra. Dunque Cristo alluderebbe ai quattro Elementi, fondamenta del creato.

Monogramma CristoAnche il Monogramma di Cristo rappresenta il Grande Arcano. Esso era ricamato sul labaro e il cabalista Postel lo interpretò con la parola ROTA, di cui gli adepti hanno formato il loro TAROT (tarocco), ripetendo due volte la prima lettera per indicare il cerchio e far comprendere che la parola è invertita.

Esso è la quarta emanazione della vita-principe, di cui il Sole è la terza forma (vedi gli iniziati della scuola d’Alessandria e il dogma d’Ermete Trimegisto).

L’occhio del mondo, come lo chiamavano gli antichi,  è dunque il miraggio del riflesso di Dio, l’anima della terra, lo sguardo permanente del Sole che la Terra (intesa come pianeta e come creato), concepisce e guarda per esserne concepita.

La Luna concorre a questa fecondazione della Terra rimandandole la luce solare riflessa durante la notte. L’atmosfera, invece, è il recipiente (atanor) dei raggi solari.

Perciò Ermete Trismegisto disse: ” Il Sole è suo padre, la Luna sua madre e il vento l’ha portata nel suo ventre”. Anche in questo detto ritroviamo i quattro Elementi.

Questo agente solare, che qui chiamiamo Grande Arcano, è in perpetuo movimento, ascendente e discendente, per mezzo di due forze contrarie, di attrazione e di proiezione. La forza di attrazione si applica sempre al centro dei corpi, e la forza di proiezione sul loro contorno o alla loro superficie.

A causa di questa doppia forza tutto è creato e sussiste. Il suo movimento è un continuo avvolgersi e svolgersi, successivo ed indefinito, o piuttosto simultaneo e perpetuo, in spirali di movimenti contrari che mai non s’incontrano.

Pentacolo di EzachieleIl movimento assoluto della vita è dunque il perpetuo risultato di due forze contrarie che però non sono mai opposte. Quando sembra che l’una delle due prevalga, è una molla che si ricarica, e voi potete attendere con certezza una reazione di cui può essere anche con una certa sicurezza predetto il momento e determinato il carattere.

Questa quadruplice profezia contiene due affermazioni e due negazioni, l’idea di due rovine o morti universali e di due rinascite. Così, ad ogni idea che sorge all’orizzonte sociale si possono assegnare un oriente ed un occidente, uno zenit ed un nadir. Per questo, la croce filosofica è la chiave della profezia e col pentacolo di Ezechiele, il cui centro è una stella formata dall’incrocio di due croci, si possono aprire tutte le porte della scienza.

In Alchimia gli elementi sono: Sole, Mercurio, Zolfo e Azoto; in cabala: il microcosmo e le tre madri; in geroglifica: l’Uomo, l’Aquila, il Leone e il Toro; in fisica: il sottile, il compatto il dissolvente rapido e il dissolvente lento.

Tutti questi sono sempre i due principi negativi e i due principi positivi del quaternario, che devono essere raffigurati così: Aria e Terra rappresentano il principio maschile, mentre Fuoco e Acqua il principio femminile, poiché la croce filosofica dei pentacoli è un geroglifico primitivo ed elementare del Lingam dei Gimnosofisti.

Si sa, inoltre, che l’Acqua non è l’acqua comune, il Fuoco non è semplicemente il fuoco, eccetera, ma questi modi di dire nascondono un senso molto più elevato.

Tutto ciò che è creato è posto fra queste quattro forze. Trovare il punto fisso, cioè il centro della croce, è la conquista della Libertà.

Ovunque lo spirito lavora e feconda la materia per mezzo della vita. Ogni materia è animata. L’anima e il pensiero sono dappertutto. Si può dunque diventare Signori delle Forme impadronendosi del pensiero che le produce.
Per dominare gli Elementi bisognerebbe aver superato le quattro prove dell’antica iniziazione, ad esempio: esporsi senza terrore a un incendio, attraversare un abisso su una tavola un tronco d’albero, scalare una montagna a picco durante un uragano, uscire a nuoto da una cascata o da un vortice pericoloso.
Siccome, però, queste iniziazioni non esistono più,  si dovrà osservare che il regno degli Gnomi è a Nord, quello delle Salamandre a Sud, quello delle Silfidi ad Oriente e quello delle Ondine a Occidente. I loro sovrani sono Gobh, Din, Paralda e Nhixa.
I loro simboli sono il geroglifico del Toro per gli Gnomi e a loro si comanda con la spada. Il simbolo del Leone per le Salamandre e a loro si comanda con la Bacchetta o col Tridente. L’Aquila per le Silfidi e loro si comanda con i Pentacoli. Infine l’Aquario per le Ondina ed esse si evocano con la Coppa delle libagioni.
Essi hanno influenza sui quattro temperamenti dell’uomo: gli Gnomi sui melanconici, le Salamandre sui sanguigni, le Ondine sui Flemmatici, le Silfidi sui biliosi.
Per domare gli spiriti Elementari non si deve mai cedere ai difetti che li caratterizzano. Uno spirito leggero e capriccioso non potrà certo dominare le Silfidi. Mai una natura molle, fredda e mutevole comanderà alle Ondine. La collera irrita le Salamandre e la cupida grossolanità non fa presa sugli schemi degli Gnomi.
Invece, è necessario essere pronto ed attivo come le Silfi, flessibile e attento alle immagini come le Ondine, energico e forte come le Salamandre, laboriosi e paziente come gli Gnomi.
In altre parole bisogna vincere gli Elementi nella loro forza e mai farsi vincere dalle loro debolezze.
Il segno della croce adottato dai cristiani, non appartiene a loro esclusivamente: anch’esso è cabalistico e rappresenta le opposizioni e l’equilibrio del quaternario degli Elementi sull’ Albero della Vita.
Il segno della croce cabalistico si esegue recitando la formula latina Tibi sunt Malkuth et Geburah et Chesed per Aeonis.
Oppure la formula ebraica : Ate Malkuth ve-Geburah ve-Gedulah le olam. Amen
  • (Toccando la fronte) A te appartengono
  • (toccando il diaframma) il Regno,
  • (toccando la spalla sinistra) la Giustizia,
  • (toccando la spalla destra) la Misericordia,
  • (unendo le due mani) nei cicli generatori.
Questo segno deve procedere e terminare lo Scongiuro dei Quattro.

Il Rituale Magico del Sanctum Regnum 

L’Imperatore simboleggia la stabilità del reale, ed indica l’unione, la somma di tutte le cose, rappresentando il dominio sul mondo degli elementi che il Mago deve raggiungere diventando così un monarca assoluto che impone la sua legge il suo volere alle cose. 

Per ottenere questo risultato occorre conoscere il mondo degli elementi e imparare a dominarli, conquistando Fuoco, Aria, Acqua e Terra e tutto ciò che essi simbolicamente rappresentano.

La chiave del successo è l’autorità: nessun ordine sarà mai efficace se chi lo pronuncia non possiede l’autorità necessaria a farsi ubbidire. Per comandare agli elementi bisogna assumere nei loro confronti l’atteggiamento (non simulato ma giustificato) del dominatore.

L’Imperatore di Oswald Wirth

ImperatoreAll’Imperatrice bionda e luminosa succede, nei Tarocchi, il sovrano tenebroso degli inferi, poiché l’Imperatore è un Plutone imprigionato al centro delle cose. Personifica il Fuoco vitale che brucia a spese dello Zolfo degli Alchimisti, il cui segno è un triangolo sovrastante una croce. Non a caso, le gambe dell’Imperatore s’incrociano proprio sotto un triangolo formato dalla testa e dalle braccia.

Il suo trono è un cubo d’oro sul quale spicca un’aquila nera, che contrasta singolarmente con quella dello stemma dell’Imperatrice. Qui non è più l’anima giunta al termine della sua ascesa, ma l’essenza animica, oscurata dalla sua incarnazione e tenuta prigioniera in seno alla materia, che deve elaborare per riconquistare la propria libertà. Questo rapace si collega così con l’egoismo radicale, generatore di ogni individualità.

L’Imperatore regna sul concreto, materiale, inferiore e quindi infernale, nel senso etimologico della parola, mentre all’Imperatrice spetta il dominio celeste, che si esercita direttamente sulle anime e sui puri spiriti.

Egli .è il Demiurgo dei platonici, il Grande Architetto dei massoni e la sua sovranità si ripartisce a tutti gli esseri viventi per Misericordia (Chesed, 4° Sefirah).

Il trono cubico non può essere rovesciato e la sua stabilità deriva proprio dalla forma geometrica attribuita dagli Alchimisti alla Pietra Filosofale. Questa pietra misteriosa, oggetto della ricerca dei Saggi, si collega alla perfezione realizzabile dagli individui.

L’Imperatore seduto sul trono cubico corrisponde, tanto nel Macrocosmo quanto nel Microcosmo, a ciò che è immutabile, al principio di fissità (Arché) che entra in attività nel germe per costruire l’organismo. Il cubo rappresenta il punto di partenza determinante di ogni cristallizzazione costruttiva.

Il globo che l’Imperatore regge nella mano sinistra. è un’insegna di dominazione universale, in quanto rappresenta l’Anima del Mondo fisico.

Nella destra, l’Imperatore stringe uno scettro massiccio, non privo di analogia con la clava d’Ercole. Tuttavia, non bisogna scorgervi un’arma brutale, ma l’insegna del sovrano potere iniziatico o magico.

La mezzaluna inserita presso l’impugnatura promette una dominazione irresistibile su tutto ciò che è instabile, mobile, capriccioso o lunatico, secondo il termine consacrato nell’Astrologia e nell’Ermetismo. Ciò che è fisso e immutabile esercita un’azione determinante su ogni sostanza disorganizzata, il cui stato è vago o fluttuante (lunare).

Lo scettro termina con un fiordaliso, che ha per base un triangolo rovesciato, che rappresenta l’Acqua o l’Anima, e una croce formata da due foglie che s’innestano sul braccio orizzontale, mentre il braccio verticale si slancia verso il cielo come un germoglio.

Nel complesso, ciò allude ad una forza che emana dall’anima per elevarsi e per espandersi nello stesso tempo, come indicano le due foglie laterali. Sono le aspirazioni più nobili, che fanno sbocciare l’idealità per assicurarle un dominio irresistibile nelle sfere più alte del pensiero umano.

Il giglio indica anche che l’Imperatore non è un despota che impone arbitrariamente la propria volontà. Il suo dominio non ha nulla di brutale, ma si ispira a un ideale sublime di bontà, di nobiltà d’animo, di generosità.

Esso è imparentato con il giglio dell’Imperatrice, ma alla virtù passiva e femminile contrappone l’azione espansiva maschile. Spetta all’energia maschile realizzare l’ideale femminile purificando l’ardore infernale del focolaio d’egoismo, generatore dell’individualità.

L’iniziazione insegna a scendere in se stessi per dominare il fuoco interiore che, ravvivato dall’arte, cessa di covare oscuramente e fiammeggia d’uno splendore celeste, dopo avere liberato soltanto fumi opachi.

Tutto ciò simboleggia l’energia laboriosa che costruisce tutte le cose che agisce come un dio nascosto. Infatti, l’Imperatore regna sulla materia perché agisce sulla generazione di essa, conseguenza dell’unione del Fuoco e dell’Acqua combinata con quella dell’Aria e della Terra, come indica la croce cosmogonica.

La necessità di evitare ogni intervento, obbliga l’Imperatore a non rinunciare mai alla protezione della sua corazza, che tuttavia non lo rende insensibile, poiché porta sul petto, l’immagine del Sole e della Luna, per indicare che Ragione e Immaginazione illuminano lo svolgimento di ogni attività sana.

In contrasto con l’Imperatrice, che si presenta di fronte, l’Imperatore è disegnato di profilo con lineamenti sono energici.

L’occhio profondo è sovrastato da un sopracciglio contratto, nero come la barba ricciuta.

La collana imperiale è una treccia, identica a quella di cui si orna la Giustizia (Arcano VIII). E’ un emblema di ordine rigoroso, di coordinazione e di incatenamento metodico, e nello stesso tempo di solidità. Un legame come questo non si rompe e non si allenta: gli impegni presi dall’Imperatore sono esecutori, come gli arresti logici e motivati della Giustizia.

Il rosso che predomina nell’abito dell’Imperatore ricorda il fuoco stimolatore, che egli governa e dirige per animare e vivificare. Questo ruolo vivificatore spiega il verde che appare nelle maniche dell’abito imperiale. Alle braccia che agiscono provocando le manifestazioni della vita si addice, infatti, il colore delle foglie.

Ai piedi del dispensatore dell’energia vitale si schiude il tulipano, che già appare nel Bagatto (Arcano I) allo stato di bocciolo. Questo fiore supererà la fase di fioritura quando la Temperanza (Arcano XIV) gli impedirà di inaridirsi, e non sarà morto neppure sulla strada del Matto (Arcano XXII).

L’arcano IV non potrebbe essere rappresentato nella sfera celeste se non da Ercole rivestito della pelle del Leone Nemeo, armato della clava e munito del ramo che reca le mele d’oro del giardino delle Esperidi. Questi frutti rappresentano il sapere iniziatico; vengono conquistati dopo un’aspra lotta e ricompensano l’eroe che ha compiuto le dodici fatiche, o l’adepto votato alla Grande Opera.

Ora, l’Imperatore non è altro che l’Operaio che si eleva al rango supremo, poiché sa eseguire il piano del Grande Architetto dell’Universo, il cui emblema è un occhio inserito al centro di un triangolo raggiante.

L’Imperatore di Aleister Crowley

ImperatoreLa carta dell’Imperatore mostra un personaggio maturo e muscoloso, che indica il suo modo attivo e diretto di conquistarsi domini sempre nuovi.

La composizione dell’immagine è severamente simmetrica ed esprime la natura del carattere, al controllo che si autorealizza verso l’esterno e con il quale ogni flusso incontrollato viene incanalato in alcune corsie fisse. Qui vengono richiesti l’elaborazione e la pianificazione cosciente della realtà.

L’Imperatore è illuminato da una fonte di luce invisibile, i cui raggi sono un simbolo dell’Io cosciente. Fare esperienza del proprio Io corrisponde all’esperienza di essere toccato dal Divino. Questa rappresentazione è anche i linea con la conoscenza delle polarità in quanto il sovrano è rappresentato sia con il suo lato chiaro che con quello scuro.

Il volto dell’Imperatore è rivolto verso destra ed esprime il dilemma di non potersi identificare con i propri istinti interni, la volontà dell’ego di mantenere la visione razionale del mondo per paura di non essere all’altezza delle situazioni esterne.

Incoronato da due grandi teste di ariete, le quali poggiano sulle colonne dello schienale del suo trono di cristallo. Una delle due teste di ariete sta nel buio e l’altra nella luce.

L’ariete, primo dei segni zodiacali, rappresenta la nostra forza interiore e la capacità di raggiungere determinati obiettivi.

A livello più alto l’ariete sta per il contatto interiore con le forze creative di una paternità spirituale, a un livello più basso sta per il pretesto di dominio sulla volontà di affermazione e di un ego a volte distruttivo.

Lo sguardo dell’imperatrice include la colomba, eredità della Papessa, mentre l’Ariete per l’Imperatore india la magia del mago ed è un simbolo di mercurio Ariete che scaturisce dalle intenzione di farsi vedere in questo mondo.

Sulla testa dell’Imperatore poggia un’enorme Corona ornata con pietre che mostrano una croce è un cerchio, il che corrisponde alla strutturazione positiva-attiva rispetto all’infinito negativo-passivo. Sotto la corona, infatti, vediamo un volto dall’espressione severa e autoritaria che richiama al comportamento rigido.   

Il manto rosso carminio è ricamato con emblemi dorati. L’obiettivo dell’ imperatore non è quello di conquistare l’ambiente circostante ma il dominio e la strutturazione di ciò che ha già conquistato.

Le api, che sul vestito dell’Imperatrice rappresentano la fertilità o maternità, simboleggiano, sul vestito dell’imperatore, la struttura dell’alveare e perciò paternità e dominio. Ciò include anche gli istinti e i sentimenti mescolati con le forme esteriori che danno a queste forze dei canali di diritto e di ordine.

Nella mano destra tiene uno scettro con una testa d’ariete, simbolo di affermazione ambizione di conquistarsi un dominio nell’infinito dell’eternità creandosi una propria struttura.

Nella mano sinistra tiene una sfera colorata da una croce di Malta, simbolo del potere o del controllo realizzato che cerca sicurezza e pace.

Nel complesso, la figura dell’Imperatore forma un triangolo equilatero che va dalla testa ai gomiti,  mentre le gambe sono accavallate. Così l’imperatore assume una posizione che nella chimica corrisponde allo zolfo e nell’alchimia ad un’espressione di energia focosa e virile.

Il sovrano siede su un trono fatto di cristalli che rappresenta la verità pragmatica delle strutture. Egli esamina tutti gli ideali in modo distaccato e obiettivo, per una loro possibile realizzazione. 

Ai suoi piedi vediamo un agnello e un aquila bicipite.

L’Aquila bicipite dell’Imperatrici è bianca e si trova sul lato sinistro. Essa è dunque un simbolo lunare dell’Eterno Divenire, espressione delle fonti interiori del femminile, di apertura istintiva, disponibilità e dedizione.

L’Aquila bicipite dell’Imperatore è rossa e si trova sulla destra ed un simbolo solare, espressione dell’eterno Essere attraverso il continuo volere. La strutturazione dell’Eterno avviene attraverso la forza della volontà e il dominio sulla materia.

Nelle Aquile rappresentate sulle carte dei l’Imperatrice dell’Imperatore appaiono, per la prima volta, le due materie originarie della alchimisti il bianco e il rosso che incontreremo ancora molte volte negli Arcani Maggiori.

Nella carta dell’imperatrice avevamo incontrato anche il giglio  bianco, simbolo di purezza, I gigli color oro dell’Imperatore sono, invece, un attributo di sovranità.

I due dischi solari, che formano una stella a 16 punte, posti uno di fronte all’altro, rappresentano il patriarcato.

L’agnello bianco appartiene, come animale bianco da sacrificio, alla simbologia dell’Ariete. La bandiera della Vittoria descrive l’agnello come forza che vince attraverso l’umiltà e la disponibilità al sacrificio.

L’aureola intorno alla sua testa descrive il riconoscimento della saggezza dell’Aquila, che permette di evolversi liberamente all’interno delle strutture, sapendo che la Legge non è soltanto limitazione ma può rappresentare la libertà.

Considerazioni sull’Imperatore

Versa acqua su di te: così deve essere una Sorgente dell’Universo. Trovati in ogni Stella. Raggiungi ogni possibilità. Così Crowley assegna questo IV Arcano al Segno dell’Aquario e alla lettera Tzade, in previsione della Nuova Era, l’Era Aquariana, scambiandolo di posizione con l’Arcano XVII, La Stella.

 

L’Imperatore nella Divinazione

Caratteristiche Volontà Potere Autorità Autocontrollo. Spirito dominatore che influenza gli altri senza lasciarsi influenzare, capacità di convincere, forza di carattere, sicurezza in sé.

 

Consiglio La realizzazione dipende da agenti esterni, da persone più importanti. Cerca l’appoggio di una persona influente. Non si deve rimanere passivi, ma agire vigilando sugli sviluppi.

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