papa o ierofante

5. Il Papa

divisore

Corrispondenze del Papa

Io sono il messaggero degli Dèi presso gli uomini

Io trasmetto il verbo

Ciò che viene unito davanti a me è unito dagli Dèi davanti a loro

e non può essere sciolto dagli uomini

 

Titoli dell’Arcano

Sul piano dell’Archetipo: Magnetismus Universali

Sul piano dell’Uomo: Quintessentia

Sul piano della Natura: Religio

Altri Nomi: Pentagramma, Stella Fiammeggiante, Stella dei Magi

Principio

Occorre comprendere che il dominio del mondo e la padronanza di sé non servono a nulla se non sono messi al servizio della volontà di conoscere se stessi, che è l’unico oggetto e ragion d’essere della volontà.

Credere, alleare, unire, realizzare, soccorrere, benedire.

La Quinta Porta: il Soffio Vitale

Per seguire la propria strada senza sbagliare occorre un respiro lento e profondo e un cuore tranquillo: solo in questo contesto può verificarsi la proiezione verso il futuro, il Soffio di Vita che è in tutte le cose di quaggiù, sulle superficie delle acque e dalla terra, lo Spirito che soffia nell’uomo e gli dona un’anima. Solo avendo percepito, ricevuto e conosciuto il Soffio, il Matto supera la Quinta Porta.

Evoluzione dei Simboli

Nel mazzo Visconti (1450), il Papa è seduto frontalmente e porta il Triregno. Con la sinistra tiene la Croce astile, mentre con la destra è in atto benedicente. Indossa, come l’Imperatrice, dei guanti, ma bianchi.

Nel Marsiglia (1751) il Papa benedice due chierici e la Croce astile diventa Croce papale a tre bracci di grandezza decrescente, in riferimento alla Trinità. Indossa un guanto nella destra con disegnata una croce e compare un trono di cui si intravede la spalliera, somigliante a due colonne.

In Wirth (1889), il Papa indossa entrambi i guanti e non ci sono altri cambiamenti particolari, a parte i colori.

In Papus (1909) ha la croce a tre bracci, ma è un sacerdote egiziano che indossa la corona di Hator, mentre benedice due persone. Anche il resto della scena è egiziana.

Nel mazzo Raider Waite (1927) il Papa viene chiamato The Hierophant, lo Ierofante, invece che The Pope, ancora una volta in un’ottica più pagana. Le colonne, finora solo abbozzate, del trono diventano due vere colonne e compaiono due chiavi incrociate ai suoi piedi.

Nel mazzo Crowley (1944) non sono più presenti i chierici, ma compare una dea egizia. La croce papale nella mano sinistra presenta tre cerchi al posto delle tre aste. La mano destra è ancora benedicente, ma il braccio non è sollevato bensì disteso con il palmo rivolto verso di noi e le dita puntate verso il basso. Lo Ierofante è circondato da animali e altri simboli.

Cabala

Scuola inglese: lettera Vau

Scuola francese: lettera He

Astrologia

Sole in Sagittario: simboleggia il profeta e l’insegnante di valori esoterici,
Giove in Pesci: la visione dell’Eterno.

Zodiaco: Segno Zodiacale dell’Ariete.

Non vi sono figure della sfera celeste che possano essere assimilate direttamente al Papa, ma egli fa pensare al grande sacerdote di Giove-Ammone, il dio dalla testa d’ariete. Noi crediamo, quindi, sia giusto far corrispondere all’Arcano V l’Ariete zodiacale, che segna l’equinozio di primavera, segno di Fuoco e d’esaltazione del Sole.

Il Fuoco in questione è il fuoco della vita e dell’intelligenza, l’antico Agni che scendeva dal cielo per accendersi al centro della croce vedica, detta Svastica, durante i riti. Agni divenne Agnis, ed è per questo che l’agnello pasquale ci riporta ai misteri di una antichità prodigiosa.

Il Giove dei Tarocchi di Besançon, sostituito al Papa, è il signore del fuoco celeste, dispensatore di vita tanto intellettuale e morale quanto fisica. E’ lui che mantiene desta la coscienza, per fare regnare sulla terra l’ordine, la giustizia, l’affabilità, la benevolenza e la bontà. Il carattere di questo dio concorda quindi con l’Arcano V.

Gli Insegnamenti di Eliphas Lévi

Dogma e Rituale dell’Alta Magia

Fino ad ora si è esposto il Dogma Magico nella sua parte più arida e astratta ma da questo Arcano in poi si comincia a parlare degli incanti e si rivelano le cose più nascoste.

Il Pentagramma esprime il dominio dello spirito sugli Elementi ed è con questo segno che si incatenano i demoni dell’Aria, gli spiriti del Fuoco, gli spettri dell’Acqua e i fantasmi della Terra. Armato di questo segno opportunamente disposto, potrai vedere l’infinito, attraverso alla facoltà che si chiama occhio dell’anima, e farti servire dalle legioni degli angeli e dalle colonne dei demoni.

Il corpo è solo la parte grossolana e la scorza passeggera dell’anima che può percepire per mezzo della sua propria sensibilità, senza il tramite degli organi di senso corporei. Dunque, spirituale e corporeo, sono parole che esprimono gradi di densità diversa, dal sottile al denso.

Ciò che chiamiamo immaginazione è la facoltà dell’anima di assimilare i riflessi contenuti nella Luce vivente, che a sua volta è il grande agente magnetico.

Dunque, la Luce primordiale è veicolo di tutte le idee nonché madre di tutte le forme che essa stessa trasmette. Tutte le forme corrispondono a delle idee, non c’è idea che non abbia la sua forma propria e particolare.

Per il saggio immaginare è vedere, come per il mago parlare è creare.

Il saggio si distingue dal folle visionario in quanto la sua immaginazione è diafana, mentre quella del profano è opaca. La luce della verità traspare per il saggio come da un lucidissimo cristallo, mentre attraversa l’immaginazione del profano come fosse una massa vitrea, piena di scorie e di impurità. Ciò che maggiormente influisce sugli errori, sono i riflessi di immaginazioni depravate che fra loro si incontrano.

Il segreto consiste quindi nell’ottenere tale lucidità. In più, gli uomini di genio differiscono dai veggenti in quanto hanno la facoltà di far sentire agli altri ciò che essi veggono e di farsi credere per entusiasmo o per simpatia. In tal modo essi sono i medium del verbo divino.

La visione è il risultato di un’estasi naturale e periodica che si chiama sonno, mentre il sonnambulismo magnetico (ipnotismo e autoipnosi) è una riproduzione guidata di questa estasi.

Quest’opera è stata sempre compiuta nel mondo da alcuni eletti e si può supporre che vi sia limite a ciò si possa vedere tramite questa facoltà.

Le immagini sono sempre presenti, anche durante la veglia, ma sono affievolite dalle impressioni più forti della realtà materiale o dalle preoccupazioni del pensiero che rendono l’immaginazione disattenta di fronte al panorama mobile della luce astrale.

Quando dormiamo questo spettacolo si presenta spontaneamente, ed è così che si producono i sogni, che però sono incoerenti e vaghi se qualche volontà dominante non resta attiva durante il sonno e, all’insaputa della nostra intelligenza, non dà una direzione al sogno che allora si muta in visione.

Il magnetismo animale non è altro che un sonno artificiale prodotto dalla volontaria o forzata unione di due anime di cui l’una dorme mentre l’altra veglia e la dirige nella scelta dei riflessi atti a cambiare i sogni in visione per sapere così la verità per mezzo delle immagini.

Il magnetismo a due (ipnosi) è senza dubbio una meravigliosa scoperta, ma il magnetismo di un singolo che a volontà possa rendersi chiaroveggente e dirigere se stesso è la perfezione di tale arte. Essa richiede le preparazioni di cui abbiamo parlato nel primo Arcano.

L’impero della volontà sulla Luce astrale, che è l’anima fisica dei quattro Elementi, è raffigurato nel simbolo del Pentagramma.

L’intelligenza del saggio dà valore al suo pentacolo come la scienza dà peso alla sua volontà.

Ciò spiega tutte le visioni ed anche le apparizioni dei defunti, sia come erano sulla terra sia quali sono ancora nella tomba, ma mai come sono in una esistenza che sfugge alla percezione del nostro organismo attuale.

Con il Pentagramma si possono anche forzare gli spiriti. Il Pentagramma è ciò che in Cabala si chiama Segno del Microcosmo, segno di cui Goethe esalta la potenza nel monologo di Faust, prima parte, scena 1:

«Ah! come a questa vista tutti i miei sensi hanno trasalito! Sento la giovane e santa voluttà della vita fremere nei miei nervi e correre nelle mie vene; fu forse un Dio quello che tracciò questo segno che calma la vertigine dell’anima mia, empie di gioia il mio povero cuore e, in uno slancio misterioso, svela intorno a me le forze della natura? Sono io un Dio? Tutto mi si fa chiaro, vedo in quei semplici tratti la natura attiva rivelarsi all’anima mia. Ora, per la prima volta, riconosco la verità delle parole del saggio: il mondo degli spiriti non è chiuso! I tuoi sensi sono ottusi, il tuo cuore è morto; in alto! Bagna, o adepto della scienza, il tuo petto tuttora avviluppato dal velo terrestre, negli splendori del giorno nascente!»

Il pentagramma, che nelle scuole gnostiche è detto Stella Fiammeggiante, è il segno della potenza e dell’autocrazia intellettuale. Esso è la Stella dei Magi, il simbolo del verbo fatto carne. Perciò esso è l’immagine del corpo umano, formato dalle quattro membra e dalla testa. Esso è il microcosmo.

La completa comprensione del pentagramma e la chiave dei due mondi, e la filosofia e la scienza naturale dell’assoluto. A seconda della direzione dei suoi raggi, questo simbolo assoluto rappresenta il bene o il male, l’ordine o il disordine, l’agnello Benedetto di Hormuz e di San Giovanni o il maledetto capro di Mendes. Esso è l’iniziazione o la profanazione, Vespero o Lucifero, la Stella del mattino e la Stella della sera, Maria e Lilith, la vittoria e la morte, la luce e la notte.

Se la magia è una realtà, se questa scienza occulta e realmente la legge dei tre mondi, questo segno assoluto, antico come la storia e più della storia, deve esercitare una incalcolabile influenza sugli spiriti liberi dal loro materiale involucro.

Il Pentagramma deve essere tracciato in oro su marmo bianco, oppure in vermiglio su una una pelle di agnello sgozzato a Pasqua. Quindi, lo si deve consacrare per mezzo dei quattro Elementi nei modi seguenti.

Si soffia cinque volte sulla figura magica. La si asperge con l’acqua consacrata. La si asciuga sul fumo dei cinque profumi, che sono incenso, mirra, aloe, zolfo e canfora, a cui si può aggiungere un po’ di resina bianca e di Ambra grigia. Si soffia cinque volte pronunciando i nomi dei 5 geni che sono Gabriele, Raffaele, Anaele, Samuele e Orifiele.

Quindi si pone il Pentacolo a terra, rispettivamente a Nord, a Sud, a Oriente a Occidente e nel centro della croce astronomica pronunciando una dopo l’altra le lettere del Tetragramma Sacro (YOD HE VAU HE).

Infine, si pronunciano i nomi benedetti della fedeltà e del misterioso riuniti nel nome cabalistico di Azot.

Il pentagramma deve essere posto sopra l’Altare dei Profumi e sotto il Treppiedi delle Evocazioni.

L’operatore deve anche portarne uno su se stesso, insieme alla Stella a sei raggi.

Quando si evoca uno spirito di luce, gli volge la testa della Stella (cioè una delle sue punte) verso il Treppiede dell’Evocazione e le due punte inferiori verso i lati dell’Altare dei Profumi. Avviene il contrario se si tratta di evocare uno spirito delle tenebre. In questo caso, però, bisogna che l’operatore abbia cura di tenere la cima della bacchetta o la punta della spada sulla testa del Pentagramma.

I Segni sono il Verbo attivo della Volontà. La Volontà deve dare il suo Verbo completo per trasformarsi in azione. Una sola negligenza, una parola inutile o un dubbio, colpisce tutta l’operazione inficiandola di falsità o di impotenza. Tutte le energie disperse si rivolgeranno contro l’operatore. 

I maghi dell’antichità tracciavano il segno del Pentagramma sulla soglia della loro porta per impedirne l’ingresso agli spiriti malvagi e l’uscita agli spiriti benigni. Questa imposizione era effetto della direzione dei raggi della stella: due punte rivolte verso l’esterno respingevano gli spiriti maligni, rivolte verso l’interno li trattenevano. Una sola punta rivolta all’interno tratteneva gli spiriti buoni.

La lettera G che i framassoni mettono nel mezzo della Stella Fiammeggiante significa Gnosi e Generazione, che sono le due parole sacre dell’antica Cabala. Significa anche Grande Architetto, giacché ogni punta del Pentagramma, da qualunque parte lo si osservi, raffigura una A. 

Il Rituale Magico del Sanctum Regnum 

Il Papa è lo Ierofante, cioè colui che insegna le cose sacre, l’iniziatore ai Misteri intesi come Porte che conducono verso la Vita superiore.

Il Mago deve imparare a riconoscere il sacro e sviluppare una visione profetica, sia in sé stesso che nell’universo. In tal modo Egli diverrà un pontefice, ovvero un costruttore di ponti tra il Basso e l’Alto, tra l’umano e il divino.

A ciò serve lo studio dei simboli e dei sigilli, ma tale conoscenza non basta se non trasforma chi la riceve elevando la sua condizione.

Non basta conoscere un talismano, ma occorre animare entro noi stessi questa conoscenza, perché possa trasformare in oro la materia vile della nostra coscienza. Solo così il talismano potrà agire quale punto focale delle forze che abbiamo inteso richiamare.

E’ un grave errore attribuire Poteri Magici ai cerimoniali in sé stessi, poiché il Potere Magico esiste solo nella Volontà sperimentata dal Mago.

Il Papa di Oswald Wirth

ierofante Questo pontefice dal colorito florido e dalle guance piene è certamente pieno d’indulgenza per le debolezze umane. Egli comprende tutto, poiché nulla sfugge allo sguardo sereno dei suoi occhi celesti, ombreggiati appena dalle folte sopracciglia bianche.

Una barba bianca, accuratamente tagliata, indica l’età in cui le passioni placate lasciano all’intelligenza tutta la sua lucidità, per consentirle di risolvere senza esitazioni problemi complessi ed intricati.

In effetti, fra le attribuzioni del Papa, rientra anche quella di rispondere alle domande angosciose che gli rivolgono i credenti.

Come la Papessa, il Papa è vestito d’azzurro e di porpora, i colori sacerdotali (idealità e spiritualità).

Stabilendo il dogma, egli fissa le credenze e formula l’insegnamento religioso che si rivolge alle due categorie di fedeli rappresentate dai due personaggi inginocchiati davanti al trono pontificio. Uno tende le braccia e alza la testa, come per aver compreso, ed è vestito di rosso: rappresenta l’energia attiva. L’altro china la fronte sulle mani giunte e accetta il dogma con umiltà ed è vestito di nero: rappresenta la passività e la ricettività.

Il colore verde delle colonne (Jakin e Bohas del Tempio di Salomone) che formano il trono  su cui siede il Papa, vuole che la tradizione sia viva e rigenerante. 

Seduto tra queste due colonne, il Papa si rivolge a due ascoltatori dalle mentalità opposte: è chiamato a conciliare un quaternario di antagonismi coniugati.

Tenendosi nel giusto mezzo fra la tradizione di destra (teologia razionale) e le esigenze di sinistra (sentimento delle anime pie) il Sommo Pontefice adatta la scienza religiosa alle necessità dei credenti. Egli deve inoltre rendere accessibili ai semplici le verità più alte.

Il Papa ha i guanti bianchi per indicare che le sue mani rimangono pure e non si macchiano mai con il contatto degli affari temporali. I guanti portano, ciascuno, una croce azzurra, colore dell’anima e della fedeltà. 

La conoscenza del Pontefice è puramente spirituale ma si esercita su tutti e tre i piani, come indicano le tre corone della tiara e le tre traverse della croce pontificia.

La tiara pesa sul capo del Sommo Pontefice, che sarebbe schiacciato da quel peso se non beneficiasse d’una potenza cerebrale superiore a quella degli uomini.

Egli non potrebbe portare legittimamente la prima corona, quella che gli cinge la fronte e che brilla delle pietre preziose più cangianti, se ignorasse il minimo particolare del culto, con la sua liturgia tradizionale, il suo apparato imponente e i suoi sfarzi emotivi.

Tuttavia, l’esteriore, l’espressione, il corpo, valgono soltanto per l’anima, raffigurata dalla seconda corona sovrapposta alla prima. Non meno ricca, e leggermente più larga, ricorda la conoscenza integrale della legge divina che permette al Papa di valutare esattamente gli atti e i sentimenti umani.

La terza corona, che è la più alta, la più piccola e la più semplice, allude invece, nella sua austerità, non tanto alla teologia normale quanto al discernimento delle verità astratte che s’impongono allo spirito umano e che spiegano le credenze universali, fondamenti d’una dottrina religiosa che realizza il cattolicesimo integrale, il cui capo sarà il Sommo Pontefice di tutta l’umanità credente.

Se nella tiara si riflette l’autorità suprema del Papa, lo scettro del suo potere spirituale è una croce dalla triplice traversa. Dal ternario si genera qui un settenario, formato dalle terminazioni arrotondate delle traverse e del vertice della croce.

Ora, sette è il numero dell’armonia, è il numero delle Cause Seconde che reggono il mondo: esse corrispondono alle influenze planetarie, o alle sette note della gamma musicale umana. Abbandonati a noi stessi e alle energie propulsive della nostra natura, noi cadiamo sotto il giogo dei sette peccati capitali. La croce pontificia ricorda così l’Albero della Vita nella Cabala.

Lo Ierofante di Aleister Crowley

Offriti da Vergine alla Sapienza e all’Esperienza del tuo Santo Angelo Custode. Tutt’altro è una trappola.

papa

Al centro di questa carta vediamo diversi triangoli messi insieme. essi sono delle cellule cristallizzate che formano la carta in un labirinto di tempo e di spazio definito da Crowley l’introduzione della nascita del nuovo eone, del bambino Divino Horo.

Le complesse forme geometriche in cui è immerso il papà sono dei pentagrammi e delle stelle a cinque punte, simboli della quintessenza e del ritrovamento del senso.

La dea oscura i suoi piedi, messa in uno spazio illuminato, sta per il ritaglio di un’altra dimensione di spazio e tempo, per il divampare della sessualità nel reticolo del riconoscere il rimosso, oppure nello spirito delle intoccabilità. Lei è la grande madre che non lascia mai suo figlio.

La Stella a cinque punte sul pettorale dello Ierofante è il simbolo dell’uomo e della legge analogica macrocosmo-microcosmo, nonché l’inserimento armonioso dell’uomo nel Cosmo. Lo Ierofante raccoglie la quintessenza nel più grande contesto possibile.

Lo Scettro o Bastone che lo Ierofante tiene nella mano destra ha tre anelli in cima, tra l’altro a ricordo di una chiave, che uniscono passato, presente e futuro in un armonioso insieme. Al contempo, Crowley ha voluto nella carta quelli che, secondo lui, sono i rappresentanti delle tre epoche: la piccola figura della dea blu rappresenta l’epoca di Iside, il Papa rappresenta l’epoca di Osiride (valida negli ultimi 2000 anni e che sta per concludersi) mentre il bambino al centro è Horo e rappresenta la nascita del Nuovo Eone.

La necessità del rinnovamento si esprime nei tratti del viso del papà e dei quattro Cherubini che lo circondano che sono diventati vuoti e senza vita. Questi tratti rappresentano la vecchia Fede che si è rigidità nei suoi dogmi, mentre la forza del nuovo si rispecchia nel bambino all’interno del pentagramma più centrale.

La parte celata dall’insegnamento si esprime nella mano sinistra dello Ierofante che, con le sue dita aperte a corna, (anziché chiuse come nella benedizione) spaventa e protegge contemporaneamente gli indegni da sensazioni per le quali non sono ancora abbastanza forti. Perciò possiamo riconoscere nello Ierofante anche il diavolo che inganna tutti coloro i quali cercano la Sapienza e la Conoscenza dietro i significati intellettuali. E’ risaputo ormai che i simboli, se analizzati intellettualmente, diventano sterili come templi divenuti musei.

Nel serpente Kundalini, inchiodato intorno alla sua testa con 9 chiodi a formare un’aureola, troviamo lo spirito che non si attorciglia soltanto intorno alla testa del papa ma indica anche, nella colomba sulla coda, le altezze celesti e la vicinanza degli dei.

Il serpente e la colomba intorno alla testa dello Ierofante come un’aura, alludono, in un modo tutto loro, al peccato originale.

Il ruolo biblico del serpente è conosciuto: dopo che Adamo diede la colpa ad Eva, ella la diede al serpente, che da allora la porta. In Oriente esso è Kundalini. Qui lo troviamo inchiodato alla testa dello Ierofante con Nove chiodi, numero della saggezza della Luna, del principio originario femminile.

La colomba è conosciuta come simbolo dello spirito Santo tralasciando però che questo, in ebraico, e di sesso femminile ed è la Shekinah. Essa rappresenta la forza sospesa sopra le acque e che nascose in sé il potenziale femminile della creazione.

Nelle religioni che si avvicendano durante la storia dell’umanità, la colomba è il simbolo di Haruru, di Astarte, di Afrodite, di Venere, dee che portavano tutte il titolo di madre di tutte le cose viventi. Persino il nome Romano di Giunone significa colomba. La colomba veniva rappresentata con il ramoscello nel becco come simbolo del rampollo, figlio promesso, che libererà l’umanità dal peccato.

Ritroveremo sia il serpente che la colomba nell’Arcano XVI, la Torre.

Il frutto proibito, che nella tradizione divenne una mela, è nascosto nell’immagine della finestra che sta dietro la testa dello Ierofante. Anche la mela è un simbolo di Venere. Tagliando la mela orizzontalmente il suo torsolo forma, su ogni superficie, una stella a cinque punte, proprio come la finestra. 

Queste due metà della mela sono i due lati di Venere e del femminino in generale, rappresentati dalla stella del mattino e quella della sera, chiamate Fosforo o Lucifero (portatore di luce) ed Espero.

Così la mela era da una parte simbolo della morte (almeno la metà mangiata da Biancaneve), e dall’altra simbolo della Rinascita.

Il femminino viene anche considerato quella forza che fa nascere la vita ma che, alla fine del tempo, se la riprende, come Madre Terra.

Nel grande pentagramma sferico, lo Ierofante è attorniato da simboli di poteri arcaici, il Toro e l’Elefante. Entrambi alludono alla forza e alla pesantezza della materia. Il pentagramma sferico lo proteggono da esse, tenendole all’esterno. 

Il pentagramma centrale è introdotto in modo rovesciato e riflesso in quello più grande. Con il suo lato longitudinale illumina il viso di una donna misteriosa, la quale tiene nella sua destra un enorme spada. Essa è la Grande Madre che castra il figlio (Crowley non vedeva sua madre di buon occhio – n.d.r.).

La Venere blu e la femminilità rimossa dell’Imperatore che diventa visibile a livello dello Ierofante. Accettare questa femminilità è il più grande ma anche il più difficile compito del Papa, poiché la Venere, tra le sue gambe, tiene aperta la ferita con cui gli insegna che, senza sofferenza e senza l’accettazione della propria incompletezza, possono esistere i segreti e la conoscenza, ma mai la compassione e la saggezza.

Al centro dei pentagrammi intrecciati sul petto del papà spicca Horo, il bambino Divino. In lui si forma il nuovo uomo in un continuo processo di trasformazione alchimistica. 

Negli angoli della carta si trovano i quattro Cherubini che, come rappresentanti dei quattro Elementi, stanno per la creazione. Essi sono degli esseri alati, portatori del trono Divino e guardiani del cielo. Corrispondono i quattro Segni Zodiacali cardinali: Toro, Leone, Scorpione (Aquila) e Aquario (Angelo).

Considerazioni sul Papa

Facendo un rapido riassunto degli Arcani fin qui analizzati, abbiamo la seguente progressione: 

Il Bagatto giovane e biondo, che sta ritto, rappresenta il punto matematico senza dimensioni.

La Papessa seduta e avvolta nel mistero, è la linea ad una dimensione.

Poi viene l’Imperatrice, raggiante di splendore celeste, che si mostra rigorosamente di fronte e rappresenta la superficie a due dimensioni.

Ella si differenzia dall’Imperatore che si mostra di profilo, severo e dalla barba nera, che rappresenta i solidi a tre dimensioni, e dunque anche la nostra materia. 

L’espressione cupa di questo sovrano fa apprezzare a sua volta il volto gioviale e pieno di dolcezza del Papa, che rappresenta il contenuto della forma, la quintessenza concepibile, sebbene impercettibile, regno della quarta dimensione.

Il numero Cinque è, d’altra parte, quello dell’Uomo, considerato come mediatore tra Dio e l’Universo. È per questa ragione che la figura umana s’inscrive nel pentagramma, perché la testa domina i quattro arti come lo spirito domina il quaternario degli Elementi. Così si caratterizza la Stella del Microcosmo, che è il pentacolo della Volontà.

Il Papa nella Divinazione

Caratteristiche Ispirazione, insegnamento, religione, legge, dimostrazione. Bontà, benevolenza, indulgenza, perdono, protezione, rispetto. Senso morale del dovere e della responsabilità.

Consiglio Opponiti a una tentazione rimettendoti ai consigli della Saggezza

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