papessa sacerdotessa

2. La Papessa

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Corrispondenze della Papessa

La Vita è un gioco, ma ha le sue regole!

Io sono Colei che detiene le Chiavi della Legge

Titoli dell’Arcano

Nek Mondo Divino = DIVINA SUBSTANTIA

Nel Mondo Umano = FEMINA 

Nel Mondo della Natura = NATURA NATURATA

Altri titoli: Gnosis; Le Porte del Santuario

 

Principio

E’ il ricettore universale, la grande forza femminile che controlla la fonte stessa della vita, raccogliendo in sé tutte le energie e tenendole in soluzione fino al tempo della liberazione. Silenzio e pazienza compiono inattesi miracoli.

La Papessa rivela la necessità di scendere nel proprio inconscio e riconciliare gli opposti della Natura interiore e distruggere tutti i dualismi di pensiero. 

 

La Seconda Porta: la ricerca della verità

La volontà lasciata a se stessa rischia di disperdersi o di rimanere sterile e insensata, o irreale. Essa ha bisogno di un guscio per prendere forma ed esprimere tutta la sua potenza. 

Se ci si concentra su qualcosa, allora quel qualcosa esiste, altrimenti ci si passa di fianco senza vederla. Finché non vediamo una cosa, essa non esiste.

Affinché la volontà possa agire e dare i suoi frutti, è necessario utilizzarla consapevolmente.

E’ l’intelletto che trattiene, fissa, concentra.

Esercitare la propria volontà con senno è la seconda prova della follia e dell’ignoranza.

La volontà unita alla scienza genera la saggezza.

 

Evoluzione dei Simboli

Nel mazzo Visconti (1450) è disposta frontalmente, indossa un abito monastico e reca sulla testa il Triregno, cioè la tiara papale che rappresenta i tre regni della fede. Nella mano destra tiene la Croce astile e nella sinistra il libro della Sapienza chiuso.

Nel Marsiglia (1751) è seduta di tre quarti, la croce è dissimulata nell’allacciatura dell’abito e compare un velo appeso dietro la sua testa. Il suo nome è la Papesse.

Nel Grand Etteilla (1778) diventa una donna nuda circondata da una spirale serpentina cosmica.

In Wirth (1889) ritornano il Triregno,  sormontato da una falce di Luna crescente, l’allacciatura a Croce ed il Libro, con sovrimpresso il simbolo del Tao. E’ presente anche il Velo, ma stavolta agganciato a due Colonne di diverso colore.

In Papus (1909) prende il nome di The Popess, sono presenti due Colonne una bianca e nera, in stile egizi0 e il Velo arriva fino a terra. Il Velo sulla testa della papessa le copre gli occhi, il Triregno “lunare” di Wirth viene trasformato nella Corona Luni-Solare Egizia della Dea Hator, che ricorda il simbolo della Triplice luna, ma il tutto rinvia in realtà al Velo di Iside, che deve essere sollevato per accedere alla vera Conoscenza. La Croce dissimulata nella veste, torna a essere un simbolo evidente.

Con Waite (1927) prende il nome di The High Priestess, traducibile come Grande (Suprema) Sacerdotessa in un ottica ancora più pagana. Viene mantenuta la Triplice corona lunare e sulle colonne egizie vengono apposte le lettere J e B rendendo evidente la connessione con le due Colonne del Tempio Massonico: Jackin e Boaz. Il Velo alle sue spalle è ricamato con un motivo a melagrane, simbolo di fertilità della Dea, ma anche usato dalla Massoneria per indicare la fratellanza nella molteplicità degli Esseri. La Sacerdotessa tiene un piede su una falce lunare, secondo l’iconografia della Madonna cristiana. Il libro si trasforma nel rotolo della Torah. La croce sulla veste diventa quadrata e bianca e nella mano sinistra tiene due chiavi.

Crowley (1944) mette soprattutto in evidenza il concetto del velo, che la Papessa spiega con le sue mani davanti a noi, similmente a una rete, indicandoci, quindi, il Velo di Maya. Sulle gambe non ha un libro ma l’arco e le frecce dell’intenzione penetrante che cerca il suo bersaglio, la conoscenza.

La Papessa nella Cabala

La Lettera Beth, la Casa, la materia e le sue leggi.

L’Energia vitale guidata dalla Volontà feconda la Materia e le dona Coscienza.

La Sefirah Binah. Conoscenza. Comprensione. Silenzio. Dovere, restrizione, inibizione. Sacerdozio. Volontà che governa la Vita.

 

La Papessa in Astrologia

Luna

 

Gli Insegnamenti di Eliphas Lévi

Dogma e Rituale dell’Alta Magia

La conoscenza suppone il binario: all’essere che conosce è necessario un oggetto che deve essere conosciuto. Così il binario è il numero della gnosi ed è anche il generatore della società e delle leggi che regolano i rapporti.

Anche l’’unità del macrocosmo si rivela per mezzo del binario: il binario è l’unità che moltiplica se stessa per creare.

Per questo i sacri testi fanno uscire Eva dal petto di Adamo. Adamo è il tetragramma umano che si riassume nello Yod, immagine del fallo cabalistico. Aggiungendo allo Yod il nome ternario di Eva si ottiene Yod He Vau He, che il gran sacerdote pronunziava Jodehéva.

In questo modo l’Unità (Yod) completata dalla fecondità del ternario (He Vau He) forma con esso il quaternario, che è la chiave di tutti i numeri, di tutti i movimenti, di tutte le forme.

Il quadrato girando su se stesso produce il cerchio uguale a se stesso, e la quadratura del circolo è il movimento circolare di tre angoli uguali roteanti intorno ad un punto comune.

Il principio creatore è il fallo ideale mentre il principio creato è la vagina formale. L’inserzione del fallo verticale nella vagina orizzontale forma la croce greca, che ha le quattro braccia uguali. Così l’incrocio di due produce il quattro che, muovendosi, genera il cerchio con tutti i suoi gradi. Per questo gli elementi materiali, analoghi agli elementi divini, si concepiscono come quattro, si spiegano come due e infine non esistono che in tre.

Uno è l’uomo, due è la donna; uno è il principio, due è il Verbo; uno è l’attivo, due è il passivo. Questa espressione la si ritrova nelle colonne del Tempio di Salomone, dove l’unità è Bohas e il binario è Jakin.

La natura del principio attivo è quella di espandersi e fecondare, quella del principio passivo è di riunire e formare. L’uomo è l’iniziatore, è colui che spezza, lavora e semina. La donna è colei che nutre, conserva e miete. L’uomo fa la guerra e la donna procura la pace. L’uomo distrugge per creare, la donna edifica per conservare. L’uomo è la rivoluzione, la donna è la conciliazione. L’uomo è il padre di Caino mentre la donna è la madre di Abele.

La realtà scientifica del binario è provata dai fenomeni terrestri di polarità elettrica e magnetica. Anche l’Universo è bilanciato da due forze che lo tengono in equilibrio: la forza di attrazione centripeta e la forza di repulsione centrifuga.

Dunque la divinità, nella sua essenza, ha due condizioni come basi fondamentali del suo Essere: la Necessità e la Libertà. 

Gli antichi hanno raffigurato questo mistero nella lotta di Eros con Anteros, nel combattimento di Giacobbe con l’angelo, nell’equilibrio della montagna d’oro che tiene avvinti, col simbolico serpente dell’india, da una parte gli Dei e dall’altra i Demoni. È anche raffigurato nel Caduceo di Ermanubi, nei due Cherubini dell’Arca dell’Alleanza, nelle due Sfingi del carro di Osiride, nei due Serafini, il bianco e il nero.

L’equilibrio è il risultato di due forze. Se le due forze sono assolutamente è sempre uguali, l’equilibrio sarà immobilità e per conseguenza negazione della vita. Il moto e la vita consistono nella tensione estrema di due forze.

Conoscere la Legge di questo scambio, sapere l’alterna e simultanea proporzione di queste forze, significa possedere i primi principi del Grande Arcano Magico che costituisce la vera divinità umana.

La donna che deve schiacciare la testa al serpente è l’intelligenza che sottomette la corrente delle forze cieche. È, dicono i cabalisti, la Vergine del Mare a cui il drago infernale va a leccar i piedi umidi con le sue lingue di fuoco che nella voluttà s’addormentano.

L’Albero della scienza del bene e del male, i cui frutti danno la morte, è l’immagine di questo segreto ieratico del binario. Se questo segreto fosse divulgato, non sarebbe che mal compreso e se ne potrebbe dedurre un’empia denegazione del libero arbitrio che è il principio morale della vita.

Il corpo umano, come la terra, è sottoposto ad una doppia legge: attira ed irradia. Il pentagramma, rappresenta fra gli altri misteri magici la doppia simpatia delle estremità dell’uomo fra loro è la circoscrizione della luce astrale nel corpo umano.

Gravure dAgrippa de NettesheimNell’Uomo inscritto nel pentagramma, si nota che la testa in simpatia maschile corrisponde col piede destro ed in simpatia femminile col piede sinistro.

Alla stessa maniera la mano destra corrisponde col piede e con la mano sinistra e viceversa.

Ciò si deve notare nei passi magnetici se si vuole giungere a dominare tutto l’organismo e allegare tutte le membra con le loro proprie catene di analogia e simpatia naturale.

Questa conoscenza è necessaria per l’uso del pentagramma negli scongiuri degli spiriti e nelle invocazioni delle forme erranti nella luce astrale, chiamata comunemente Necromanzia.

A tal proposito è opportuno dire che ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria e che il risultato potrebbe essere la nostra sottomissione.

Per questo è necessario provvedere alla difesa mentre si attacca, come l’opera della natura distrugge e genera contemporaneamente.

Anche l’androgine magico porta sul braccio destro la parola solve e sul sinistro la parola coagula. Ciò corrisponde alla simbolica figura dei Lavoratori del Secondo Tempio, che tenevano in una mano la spada e nell’altra la cazzuola. 

Ciò che si è convenuto di chiamare fluido magnetico è il risultato della volontà dell’uomo, che quindi può emettere due soffi, uno caldo e l’altro freddo, ma deve acquistare la coscienza di questa forza con l’abitudine di pensarci sempre. Così uno stesso gesto della mano può alternativamente respingere o attrarre. L’alterno impiego di forze contrarie, il caldo dopo il freddo, la dolcezza dopo la severità, l’amore dopo la collera, sono il segreto del moto perpetuo e del perpetuarsi del potere. Del resto, nulla meglio del dolore dispone alla gioia e nulla più del dolore è vicino alla gioia. 

 

Il Rituale Magico del Sanctum Regnum 

Se sono in tuo possesso la Lampada e la Bacchetta dell’iniziazione, se conosci il Segreto dei Nove, se non parli mai di Dio senza la Luce che procede da Lui, se hai ricevuto il mistico battesimo dei Quattro, se hai pregato sulle Sette Montagne, se sai come si muove il Carro della Doppia Sfinge, se hai compreso il Dogma il quale dice che Osiride era un Dio Nero, se sei libero, se sei un Re, se sei un Sacerdote del Tempio, allora agisci senza paura e parla poiché le tue parole saranno onnipotenti e le forze del Cielo e della Terra ti ubbidiranno.

Ma se non sei riuscito a raggiungere la piena conoscenza e la saggezza, allora trema, perché ti trovi sull’orlo di un abisso, e fermati prima che sia troppo tardi.

 

La Papessa di Oswald Wirth

papessa sacerdotessaUscendo dall’Unità in cui tutto si confonde (I Arcano), entriamo nel dominio del Binario o della distinzione. E’ il sagrato del Tempio di Salomone, dove s’innalzano le due colonne Jakin e Bohas, tra le quali troneggia la Papessa, davanti ad un velo dalle sfumature cangianti, che maschera l’ingresso del santuario.

Una delle due colonne è rossa, l’altra azzurra. La prima corrisponde al Fuoco (Ardore vitale divorante, attività maschile, Zolfo degli Alchimisti). La seconda corrisponde all’Aria (soffio che alimenta la vita, sensibilità femminile, il Mercurio dei Saggi).

Tutta la creazione promana da questo dualismo fondamentale: Positivo e Negativo, Maschio e Femmina, Padre e Madre, Soggetto e Oggetto, Creatore e Creazione, Dio e Natura, eccetera eccetera.

La facciata orgogliosa del Tempio simboleggia nel suo complesso tutta la rivelazione fenomenica, l’oggettività nelle sue infinite variazioni d’aspetto, che ciascuno può contemplare.

La cortina che bisogna sollevare per penetrare nel sacro recinto è lo schermo sul quale si proiettano le immagini viventi del pensiero. Noi le percepiamo nel luccichio di un tessuto dalle mille sfumature, le cui pieghe sono agitate dalla brezza, tanto che non riusciamo ad afferrare i contorni dei ricami in movimento continuo. Queste immagini affascinano il visionario che ama leggere nella luce astrale, ma non l’Iniziato che ha il compito di sollevare il velo.

Dietro al Velo, assisa tra le due Colonne, vediamo la Papessa, assorta nella sua immobilità calma, silenziosa, impenetrabile e ieratica. È la sacerdotessa del mistero, la dea della notte profonda, in netto contrasto con il Bagatto che non sa stare fermo ed è la causa prima di ogni azione.

Con la mano destra, la Papessa tiene socchiuso il libro dei segreti che nessuno potrà mai scoprire senza le chiavi che tiene nella mano sinistra. Di queste due chiavi che aprono l’interno delle cose (esoterismo), una è d’oro e connessa al Sole (Verbo, Ragione), l’altra è d’argento e connessa con la Luna (Immaginazione, Intuito).

Ciò significa che bisogna unire una logica severa ad una perspicace intuizione se si aspira a divinare le cose nascoste, la cui conoscenza è negata dalla Natura.

L’insegnamento della Papessa si fonda, in effetti, sull’immaginazione, come ci mostra la falce di luna che sovrasta la sua tiara d’argento. La tiara è cinta da due corone arricchite di pietre preziose. Quella che sfiora la fronte allude alla Filosofia occulta e alle sottili dottrine dell’Ermetismo. L’altra, più stretta e posata più in alto, è l’emblema della Gnosi, fede sapiente, frutto delle speculazioni pili sublimi.

La sacerdotessa del mistero è vestita di azzurro cupo, ma sul suo petto s’incrocia obliquamente una luminosa stola bianca, formando una croce, ognuno dei cui tratti è segnato da una piccola croce secondaria.

Questo complesso evoca le interferenze rivelatrici che rendono manifesto l’occulto, grazie alla luce che scaturisce dal conflitto tra due incognite.

Eternamente alla ricerca di ciò che può aiutarlo a scrutare l’enigma delle cose, lo spirito umano trae beneficio da tutti i lampi che squarciano la notte del mistero e vede così la Papessa, avvolta in un ampio manto di porpora dai grandi bordi d’oro e dalla fodera verde.

Quest’ultimo colore è il colore della vitalità posseduta interiormente dalle idee che traducono per noi le verità trascendenti. Sono idee vive che assillano l’immaginazione dei mortali, senza riuscire a prendervi forma: nutrono le nostre aspirazioni più elevate (porpora) e generano le religioni (bordo dorato) che non si piegano facilmente alla grossolanità delle nostre concezioni.

La Papessa non è responsabile della materializzazione abusiva del suo insegnamento, che si rivolge non già ai credenti ciechi, ma ai pensatori, artefici di una costante rigenerazione religiosa.

La Papessa si appoggia alla Sfinge, che propone eternamente le tre domande: Da dove veniamo? Cosa siamo? Dove andiamo?

Attorno a lei, un pavimento a riquadri alternati, bianchi e neri, fa comprendere che tutte le nostre percezioni sono sottomesse alla legge dei contrasti. La luce non può essere concepita se non in opposizione alle tenebre; il bene ci sarebbe ignoto senza il male; non potremmo apprezzare la felicità senza avere sofferto.

Il piede destro della Papessa è posato su di un cuscino che rappresenta il bagaglio infinitesimale delle nozioni positive che possiamo acquisire nel campo del misterioso. Questo accessorio, che talvolta è trascurato, figura in un mazzo di Tarocchi pubblicato a Parigi nel 1500. È piuttosto importante, poiché sembra preso a prestito da Cassiopea, la regina etiope della sfera celeste, sovrana nera e bella come l’Amata del Cantico dei Cantici, che corrisponde all’Arcano II dei Tarocchi.

 

La Sacerdotessa di Aleister Crowley

papessa sacerdotessaNella profondità dell’immagine vediamo una figura misteriosa che tiene un grande velo le cui maglie coprono quasi tutta la carta perdendo la loro tensione interna.
Perciò cadono nella zona superiore rivelando una parte della dea che però non è chiaramente riconoscibile, poiché tra lei e lo sguardo dello spettatore sono state introdotte delle sfere di luce e un lemniscata tridimensionale proprio davanti al suo viso.
La lemniscata è il simbolo dell’infinito e rappresenta il mondo interiore che può essere visto soltanto dal terzo occhio. 
Le sfere a spirali rappresentano i moti vorticosi da attuare sul piano astrale.
Le linee verticali, a forma di ellisse, rappresentano la verità che giace davanti all’orizzonte della coscienza umana ma che non potrà mai essere l’eterna e imperscrutabile verità, ma soltanto un’immagine di essa.

La parte inferiore della dea è completamente nascosta dal velo, ma sulle sue ginocchia intravediamo un arco e una freccia, simboli della dea egizia Nut, ma anche della dea greca Artemis.

 

Purità vuol solo dire vivere per l’Altezza e l’Altezza è Tutto;

Sii come Artemis per Pan.

Leggi nel Libro della Legge e rompi il velo della Vergine.

 

La corona, sulla sua testa, simboleggia le tre fasi della luna. La luna piena al centro e la falce crescente e decrescente a destra e a sinistra.  Oppure il sole che riposa al centro di una luna semiaperta. Dietro vi sono sette falci di Luna che si assottigliano andando verso l’alto. Esse corrispondono ai 7 pianeti, alle 7 fasi del processo alchimistico il cui culmine è la riuscita unione tra i contrasti (ermafrodito), qui espressi nella corona in cui si uniscono Sole e Luna.
Con ciò La Papessa si fa riconoscere come guida spirituale di colui che cerca in livelli di coscienza sempre più profondi. Non si tratta però di una fuga curiosa e audace, che rimarrà proibita, ma la riscoperta di tutto ciò che i grandi mistici hanno visto già da tempo.
La Papessa rappresenta tutto ciò che giace nelle profondità dell’inconscio e trapela soltanto nei nostri sogni e nelle visioni, sfuggendo alla mente conscia. Ma il velo nasconde anche il Segreto velato dietro le apparenze del mondo esteriore. Ogni tentativo di strappare alla dea questo Segreto scivola lungo le trame del velo.
I miti raccontano la storia di Atteone, un cacciatore che sorpresa la dea, nelle sue sembianze di Artemide vergine, nuda, durante il bagno in una sorgente. Per punirlo di questo sguardo proibito, la casta dea lo trasformò in un cervo che venne cacciato e lacerato dai suoi cani. Nessuno può violare il Segreto celato dietro al Velo.
Se i raggi dorati nella carta del Mago simboleggiano i modelli di pensiero con cui si misura l’eternità, il velo argentato de Iside rappresenta i modelli più sottili dei sentimenti che sono intessuti nella struttura del pensiero.
Il velo nasconde la femminilità originale, il grande mistero che rimane per sempre chiuso al conscio che ricerca, penetra e riconosce maschile, e la cui verità si rivela soltanto per grazia della conoscenza mistica. Perciò ai piedi della statua di Iside, a Sais, vi era scritta la seguente frase:
Io sono tutto ciò che è stato, che è e che sarà.

Nessun mortale potrà mai scoprire cosa si nasconde sotto il mio velo.

 

Nel limite inferiore della carta vi sono diversi simboli: fiori, frutti, cristalli ed un cammello. Il cammello che trasporta la sua provvista di acqua attraverso il deserto diventa anello di unione tra la sfera interiore inconscia (Acqua) e il mondo delle forme materiali (Terra). Fiori frutti e cristalli rappresentano la materia vitalizzata, fecondata dal seme dell’eterno, e rappresentano la promessa di una terra feconda e prospera, rappresentata dalla lama successiva.

Considerazioni sulla Papessa

I pittori d’immagini del Medioevo non s’erano fatti scrupolo di rappresentare una papessa, a dispetto dell’ortodossia che non permetteva  alle donne di ricoprire ruoli sacerdotali. Così, ad un certo punto, si giudicò più opportuno sostituire Giove e Giunone al Papa e alla Papessa dei Tarocchi.

Toccò a Giunone-Papessa il merito di mostrarci con una mano il cielo e con l’altra la terra, come se con quel gesto essa formulasse il dogma unico e dualista che è base della magia e che apre i meravigliosi simboli della Tavola di Smeraldo di Ermete Trismegisto. 

Due pavoni, uccelli di Maya, dea dell’illusione, accompagnano Giunone, che personifica in realtà lo spazio etereo, Anu in caldeo, da cui deriva Anna, la nostra Sant’Anna, madre della Vergine.

La postura della dea Giunone è la stessa attribuita al Bagatto, nonché alla lettera Alef, il vortice di energia che feconda la Beth. 

 

La Papessa nella Divinazione

Caratteristiche: Riservatezza, discrezione, prudenza, silenzio, meditazione, fede, inerzia necessaria, ispirazione.

Consiglio: Studia la via più conveniente per attuare i tuoi progetti e confida nelle tue capacità. Tieni segreti i tuoi disegni se vuoi difenderli.

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