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04. I Kosha

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Introduzione ai Kosha

Secondo i pensatori e i Rishi dell’India, l’essere umano è formato da cinque strati detti Kosha, dal più sottile e causante al più denso e manifestante, che è il nostro corpo fisico. 

Questo concetto è molto importante: sono gli strati sottili a causare gli strati più densi. Inoltre, questi strati non sono affatto separati, ma si compenetrano l’un l’altro. 

In quersto senso, il nostro corpo fisico è l’espressione materiale del corpo energetico formato dal Prana che circola nelle Nadi. Dunque, è il nostro corpo energetico che si costruisce un corpo fisico, e ne determina le caratteristiche. 

Ad esempio, in occidente siamo abituati a pensare che il nostro cervello sia la sede dei pensieri e, di conseguenza, del nostro psichismo.

Nell’induismo, invece, è il cervello ad essere lo strumento dello psichismo, che a sua volta si trova nella sfera del mentale. 

Dunque, abbiamo un livello mentale in cui si sviluppa il nostro psichismo, che a sua volta dà origine al nostro cervello che ne è l’organo materiale. Pertanto è l’energia che determina la materia. 

Vediamo quali sono questi cinque strati che ci compongono.

Anandamaya Kosha – Il Corpo Causale

Anandamaya Kosha è il nostro corpo causale, il Kosha più profondo e sottile, fonte di tutte gli altri. E’ caratterizzato dalla felicità (ananda) assoluta dello Jivatman.

Jivatman è un termine sanscrito composto da “jiva” che significa uomo, e “atman” che corrisponde abbastanza bene al concetto di anima.

Dunque, Jivatman è la nostra anima, il Sé, lo Spettatore silenzioso, l’Architetto nascosto di tutte le nostre manifestazioni. La sua natura è coscienza pura, un concetto che sfugge al nostro pensiero occidentale.

Jivantman impregna Anandamaya ed è al di fuori dal tempo e dallo spazio, dunque è immortale.

Ma non solo: è anche al di là anche del sistema dualistico che ci caratterizza, delle coppie di opposti, delle contingenze e dei paradossi.


Vijnanamaya e Manomaya Kosha – L’Intelletto

Nel processo dinamico di materializzazione, Jivatman si crea un centro individuale e subisce un primo addensamento detto Vijnanamaya

Tale addensamento si struttura intorno al concetto di Ahamjara, che è il senso dell’Io. 

Si tratta dell’Io identificato dalle scienze psicanalitiche, il principio dell’individuazione e, in maniera approssimativa, può essere tradotto con l’intelletto. In pratica, è il concetto cartesiano “cogito ergo sum” che notoriamente significa “penso dunque sono”. 

Vijnanamaya Kosha, l’intelletto, ha una funzione particole: il processo discriminante che, nell’induismo, è chiamato Buddhi.

Manomaya kosha è complementare a Vijnanamaya, ed entrambi si interpenetrano.

Anche Manomaya è strutturato intorno all’Io ma, a differenza di Vijnanamaya (che è dato dall’intelletto e dal suo processo discriminante), include i nostri istinti, il subconscio con i suoi conflitti e complessi, ed i nostri sensi psichici di percezione del mondo esterno. 

Questa è la parte del nostro psichismo che si evolve insieme al corpo fisico e che, attraverso il corpo, fa esperienza e può mutare, a differenza di Jivatman che è immutabile, sempre uguale a sé stesso.

Perciò, Vijnanamaya e Manomaya rientrano nella dimensione temporale, così anche la memoria appartiene a Manomaya Kosha.

Anche la facoltà di creare immagini mentali fa parte di questo Kosha, quindi l’immaginazione e il sogno, che sono oggettivamente facoltà dell’intelletto.

In conclusione, possiamo affermare che Vijnanamaya e Manomaya costituiscono la nostra psiche.

 

Pranamaya e Annamaya Kosha – Il Corpo Fisico

Pranamaya e Annamaya sono due stati quadridimensionali, esistono cioè nel tempo e nello spazio, perciò si dissolvono interamente alla morte dell’individuo. 

Lo psichismo è il loro motore, mentre i punti dove le energie psichiche agiscono sugli strati inferiori sono detti Chakra.

Pranamaya kosha è il nostro corpo energetico, è l’energia (prana) che fa funzionare i nostri organi, che fa muovere il nostro corpo.

Annamaya kosha è lo strato più denso, costituito dal corpo molecolare. E’ impregnato del nostro psichismo, di cui è la manifestazione, pertanto condiziona  il nostro aspetto esteriore. 

Senza Annamaya non vi sarebbe alcuna manifestazione fisica. Annamaya è il teatro sacro in cui si svolge il dramma della nostra esistenza individuale.

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