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07.5 Vishuddha Chakra

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Nome

In sanscrito Vishuddha significa letteralmente purificazione. La caratteristica principale di Vishuddha è il vuoto, per cui la concentrazione operata su questo Chakra realizza il vuoto.

Vishuddha è situato alla base della gola, all’altezza della tiroide. L’organo di senso correlato a questo Chakra è l’orecchio, sede dell’udito, mentre l’organo di azione è la bocca.

Simbolo

VishuddhaIl Fiore di Loto di Vishuddha è descritto nel Shat-Chakra-Nirupana nei versetti 28, 29, 30 e 31.

Ha sedici petali color porpora.Il numero 16 è il quadrato di quattro, ovvero il quadrato che si moltiplica per se stesso. Il numero 4 simboleggia la manifestazione materiale del cosmo. Elevandosi (4×4 = 4²) il quaternario può rispecchiarsi in se stesso, riflettersi.

Il 16 è dunque simbolo della manifestazione che ha raggiunto la capacita di auto-contemplarsi, rappresentando il percorso psichico mediante il quale si acquisisce autocoscienza. Esso rappresenta sia la coscienza del cosmo che la coscienza dell’uomo di se stesso.

 

Mantra 

Sui sedici petali sono scritte sedici vocali rosse con il Bindu sopra: a (breve), a (lunga), i (breve), i (lunga), u (breve), u (lunga), r (considerata vocale, breve), r (lunga), l (considerata vocale, breve), l (lunga), e, ai, o, au, n (quale nasalizzazione), h (quale mezza aspirazione).

Mantra del Chakra Vishuddha 

 

Descrizione

All’interno del Fiore di Loto di Vishuddha è inscritto un triangolo rivolto verso il basso, figura geometrica del ternario che qui è simbolo del fuoco  trasformatore che agisce sulla materia.

Dentro al triangolo c’è la regione eterea (Nabho-mandala), rotonda e bianca come la Luna piena: il Chandra-mandala. L’elemento correlato è l’etere.

Questo cerchio inscritto dentro al triangolo rappresenta il nucleo, il seme primordiale. E’, infatti, simbolo dell’Unità indivisa dell’Uno che è Tutto, dell’onnipotenzialità iniziale che è necessario recuperare per passare ad altra forma.

Sul piano della manifestazione, esso è la flessibilità onnipotente dell’Acqua, da cui tutto proviene e a cui tutto ritorna. Infatti, in tutte le tradizioni, il ruolo dell’Acqua è proprio quello di precedere la Creazione e di riassorbirla.

Tutto ciò che è forma si manifesta al di sopra delle Acque e ogni forma si rigenera (solo) tramite immersione nelle acque. Nell’acqua la forma si dissolve e solo dopo questa dissoluzione può rinascere.

Nel simbolo di Vishuddha l’Acqua è circoscritta dal triangolo che rappresenta l’elemento Fuoco. Esso rinforza e sottolinea l’energia purificatrice e trasformatrice in grado di rigenerare ciò che passa attraverso l’Acqua e ne esce concepito con nuove modalità dell’essere.

In sisntesi, il Fiore di Loto di Vishuddha Chakra riunisce in sé i tre simboli geometrici fondamentali: il quadrato che rappresenta la materia e la Terra, il cerchio che rappresenta l’etere e l’Acqua, e il triangolo che rappresenta la rigenerazione e il Fuoco. Per il significato congiunto di questi tre simboli, Vishuddha rappresenta l’inizio di una nuova esistenza, di una nuova modalità dell’essere. 

La materia (quadrato), ritrovata la sua onnipotenza iniziale (cerchio), viene rigenerata e diretta (triangolo) verso un nuovo piano di manifestazione (quadrato di 4), che la riflette e da dove si può contemplare.

VishuddhaSopra al triangolo, vi è il Bijamantra हं (Ham), come fosse praticamente seduto su un elefante, simbolo della memoria che diviene cosciente del manifestarsi di capacità di apprendimento e linguaggio. Nel puntino posto sulla lettera per nasalizzarla è inscritto Sadashiva, altro aspetto del dio Shiva.

Nella raffigurazione riportata Shiva appare nella forma Panchavaktra, con cinque volti. Ha quattro braccia e con le quattro mani tiene il Pāsha (nodo scorsoio) e l’Ankusha (pungolo), e fa il gesto Vara mudra (gesto di concedere grazie) e l’Abhaya mudra (gesto di scacciare la paura).

Tuttavia, Sadashiva può essere rappresentato anche nella forma di Ardhanarishwara, cioè unito alla sua sposa Parvati, qui chiamata Girija.

I due sposi sono uniti in maniera tanto stretta da formare una figura androgina, cosicché l’immagine appare in parte argentea e in parte aurea, in quanto Girija ha il colore dell’oro, mentre Shiva ha un colore argenteo oppure bianco poiché ricoperto di cenere.

Shiva è vestito di una pelle di tigree sulla sua fronte c’è il nettare che stilla dalla falce lunare rivolta verso il basso.

VishuddhaShakiniIntorno al collo ha una ghirlanda di serpenti. Il serpente simbolizza il potere sullo scorrere del tempo, in quanto attributo proprio della manifestazione.

«Ogni forma, non appena si è staccata dalle acque, non appena ha cessato di essere virtuale, ricade sotto la legge del Tempo e della Vita».

La Shakti qui si proietta come Shakini che regge un teschio con una mano, alternativa al suo essere assisa su un mucchio di ossa. bianca come l’oceano di latte di cui è ghiotta e vestita di giallo. Ciò riconferma il raggiunto potere sulla materia e sull’individualità, il cui nucleo inestinguibile sarebbe presente secondo alcune tradizioni proprio nelle ossa.

Shakini ha cinque volti e tre occhi in ognuno di essi. Con le quattro braccia reca in mano l’arco, la freccia, il nodo scorsoio e il pungolo.

Corrispondenze Psicologiche di Vishuddha

Stadio evolutivo: da 7 a 12 anni

Nei tre Chakra superiori gli stadi evolutivi sono definiti con minore precisione rispetto all’età anagrafica.

Questo avviene in particolare per quanto riguarda lo sviluppo della comunicazione e dunque con Vishuddha.

Nel terzo Chakra, Manipura, lo sviluppo del linguaggio permette di sperimentare il tempo come una sequenza di causa e effetto.

Tuttavia, prima dei sette anni il bambino non comprende veramente il tempo, come ad esempio quante settimane o mesi mancano a Natale o al suo compleanno.

Dai sette anni in poi il bambino impara a guardare avanti e indietro nel tempo, un processo che Piaget ha definito “reversibilità”.

Questo stadio segna il punto in cui l’intelletto è in grado di separare se stesso dall’esperienza immediata abbastanza a lungo per prendere in considerazione realtà alternative. Solo in seguito all’assunzione di questa consapevolezza è possibile attuare la creatività cosciente.

Istinto : i tre Chakra superiori non sono riconducibili a istinti.

Sviluppo della Personalità: Identità creativa

Situato a metà tra il terzo Chakra, legato alla volontà, e il settimo Chakra, legato alla coscienza astratta, Vishuddha unisce queste due facoltà fa avanzare la coscienza verso il futuro mediante la creatività.

Quando creiamo, facciamo qualcosa che prima non esisteva e che non sarebbe esistita se non fosse stata creata. Con lo sviluppo della coscienza in Vishuddha diventiamo creatori, cioè impariamo a vivere la vita come un atto creativo.

In realtà il nostro potere creativo era già presente: esso si sviluppa nel secondo Chackra, Svadhisthana, dove però è a livello inconscio. Ciò significa che, in Svadhisthana, il processo creativo avviene senza volontà, esattamente come una gravidanza.

In Vishuddha, invece, tale processo diviene volontario e cosciente, così che diventiamo i creatori di noi stessi e, di conseguenza, di ciò che ci circonda e della nostra vita.

La creatività è un’espressione del Sé, nel corso della sua individuazione. Permette al Sé di restituire al mondo in forma assimilata quello che ha preso dal mondo.

La creatività è una porta tra il passato e il futuro.

Il Linguaggio e la Comunicazione

I primi quattro Chakra sono centri di coscienza che mettono l’individuo in relazione, rispettivamente, con forma, movimento, attività e relazione.

In Vishuddha, il quinto Chakra, l’individuo accede al mondo sottile delle vibrazioni, che altro non sono che pulsazioni ritmiche.

La realtà di tali pulsazioni è in relazione con l’elemento Aria ed è nominata etere, inteso come sostanza in cui le vibrazioni si propagano.

Le vibrazioni che noi emettiamo sono, molto semplicemente, le Parole. Ecco, dunque, come Vishuddha entri in relazione con il linguaggio e la comunicazione.

Parole, immagini e pensieri (rispettivamente: quinto, sesto e settimo Chakra) sono tutti riflessi simbolici del piano della manifestazione.

Ogni parola evoca l’immagine di una cosa, di un concetto, di un sentimento, di un processo o di una relazione.

Ogni immagine della nostra mente è un simbolo di qualcosa di reale e ogni pensiero è una combinazione di questi simboli.

Il pensiero si esprime tramite la voce: la voce è suono, il suono è vibrazione e ogni vibrazione è ritmica.

Il ritmo riporta al concetto di tempo e di ciclo. Vediamo dunque come tali concetti siano correlati alla musica (suono) e alla danza (movimento, gestualità).

Alla musica e alla danza si affiancano altri due concetti molto importanti: la risonanza o sincronizzazione. Questo fenomeno è noto anche come allineamento ritmico o vibrazione simpatetica.

Attraverso Vishuddha, inteso come il centro di coscienza, prendiamo atto non solo del nostro potere espressivo e creativo, ma anche del nostro potere di risonanza con altri individui e con il nostro ambiente.

Dunque, la comunicazione, oltre ad essere l’espressione della personalità, è anche uno scambio: permette al mondo esterno di conoscere quello che è dentro di noi ma anche a noi di conoscere ciò è esterno.

L’autoespressione è la controparte della ricezione sensibile, che ha anch’essa sede nel centro di coscienza rappresentato dal secondo Chakra che raccoglie le informazioni attraverso i sensi fisici.

Svadhisthana e Vishuddha sono paragonabili ad una doppia porta che permette l’entrata e l’uscita. Ecco perché essi sono correlati al punto che i problemi dell’uno si riflettono spesso nell’altro.

Vishuddha però è anche la porta che collega la mente e il corpo. Esso è letteralmente un collo di bottiglia, la porta stretta della Cabala.

Solo quando mente e corpo sono collegati si ha una vera comunicazione: l’informazione lascia il regno dell’astrazione e diviene esperienza fisica che, a sua volta, assume un significato intellettuale.

La gola e il collo, davanti e dietro sono la sede della voce e della visione: la voce è la nostra espressione vivente, la visione è la nostra percezione intellettuale.

La voce di un individuo può rivelare molto della sua personalità. Una contrazione nel corpo (primo chakra) assottiglia la voce. La mancanza di sentimento (secondo chakra) rende la voce meccanica.

Troppo poca volontà (terzo chakra) rende la voce stentata e flebile, mentre un eccesso nel terzo chakra la rende dominante. La voce richiede anche il respiro (quarto chakra): se il respiro è costretto o irregolare, la voce non avrà pienezza. Se la nostra coscienza non è aperta (chakra sesto e settimo), la voce si fa ripetitiva e piatta.

Inoltre, dentro di noi abbiamo molte voci. L’integrazione crea la risonanza. Il processo di individuazione rispetta e integra ciascuna delle nostre voci e le avvicina in un’unità.

Vishuddha coordina molte voci interiori, comprese quelle che provengono dal passato e dalle diverse parti di noi stessi. Allora il chakra della gola deve integrarle in un’unica voce solida, che possa uscire per comunicare.

Demone: Falsità, menzogne

Quando diciamo la verità esprimiamo completamente la nostra individualità. Se l’ego e la volontà sono forti, l’individuo esprime la propria verità anche di fronte ad un’opposizione e avrà il coraggio di essere diverso e di creare una propria risonanza.

Se, invece, la personalità non è completamente individualizzata ci si sentirà in dovere di dire (e fare) ciò che gli altri si aspettano. L’individuo avrà paura di esternare la propria verità per timore di non entrare in risonanza e rinuncerà alla propria autenticità per timore del giudizio altrui.

Quando siamo fuori dalla nostra verità viviamo una bugia. Le bugie sono il demone del quinto chakra.

Conflitto: creatività Vs passività.

Diritto fondamentale: dire e ascoltare la verità.

Traumi ed Effetti traumatici su Vishuddha

Segreti

Ogni azione è una comunicazione. Quando manteniamo un segreto, non solo dobbiamo stare attenti a ciò che ci esce dalla bocca, ma anche a quello che potremmo dire con il corpo, con gli occhi o con la mimica facciale.

Dobbiamo vigilare sul nostro stesso essere e, in un certo senso, separarcene piuttosto che esserne parte. Tale controllo reprime lo scorrere spontaneo dell’energia, creando inevitabilmente dei blocchi.

Molti bambini portano il fardello di mantenere un segreto, rinunciando così a vivere pienamente la loro verità, come se vivessero con lucchetto sul quinto Chakra.

Autoritarismo

Quando i genitori stabiliscono delle regole che non possono essere discusse, non lasciano spazio per il dialogo. Senza discussione il bambino non ha alcun terreno di prova per imparare le abilità comunicative.

Può capitare però che, a causa dell’autoritarismo genitoriale, non vi sia alcuno spazio che permetta al bambino di far ascoltare e rispettare la sua verità. Se ascoltare un bambino può sembrare, giustappunto, puerile, occorre considerare che è proprio in questi frangenti che il bambino impara a ragionare. 

Ecco perché i bambini hanno bisogno di comunicare ad un adulto che li ascolta e che spieghi loro le cose, permettendo loro di comprendere e, soprattutto, di imparare a conversare.

I bambini imparano a comunicare quando gli si parla: imparano a ragionare, argomentare, pensare autonomamente, avere fiducia e condividere.

Inoltre, la comunicazione li radica nella realtà, è una cassa di risonanza per le loro idee, uno strumento che permette loro di aprirsi a qualcosa di più ampio. È questo il modo in cui acquisiscono nuove informazioni, imparano e crescono.

Grida e Umiliazioni

La comunicazione e l’espressione verso l’esterno sono bloccate da due demoni: il senso di colpa e la vergogna. Essi sono voci interiori che si comportano come guardiani feroci delle sacre porte tra il mondo esterno e quello interno. Induco la personalità a nascondersi suggerendo che la realtà interiore dell’individuo è qualcosa di imperfetto e inadatto e che, se qualcuno dovesse vederlo, la personalità andrebbe incontro ad una terribile umiliazione.

Il fatto è che, in origine, questi critici sono stati creati davvero per salvaguardia dall’umiliazione. Col tempo, però, sono diventano dei tiranni che suggeriscono alla personalità che nessuno vuole ascoltare ciò che ha da dire, che non sa quello che dice e che farà la figura della stupida.

L’individuo sente la gola chiudersi e le parole vi rimangono strozzate, mentre i pensieri si affastellano sempre più velocemente perdendo di razionalità e creando confusione.

Infine, le parole interiori dei due zelanti critici, colpa e vergogna, diventano profezie che si autoavverano, creando una tale paura e incapacità di espressione nell’individuo che permette loro ancora di dire: “Vedi? Avevo ragione. Sei proprio uno scemo e adesso lo sanno tutti”.

La voce dei critici, in genere, è un monologo, la loro esposizione è unidirezionale e non ammette opinioni diverse. L’unico modo per sopraffare la voce dei critici è sfidarli assumendo il loro stesso ruolo. Allora potrebbe emergere la voce del bambino che non ha mai trovato la forza di rispondere al genitore critico e questo emergere potrebbe essere davvero liberatorio. 

Messaggi Duble-bind

Un messaggio double-bind è una comunicazione paradossale tale per cui ogni risposta è sbagliata e pertanto essa pone il soggetto in una posizione indecidibile. Per esempio: “ti obbligo a disobbedire” è una comunicazione paradossale, in quanto se uno disobbedisce sta obbedendo e viceversa.

La teoria del double-bind riguarda una situazione in cui la comunicazione tra due individui, uniti da una relazione emotivamente rilevante, in cui uno dipenda dall’altro, presenta una incongruenza tra il livello del discorso esplicito (verbale, quel che vien detto) e un altro livello, detto metacomunicativo (non verbale, gesti, atteggiamenti, tono di voce), e la situazione sia tale per cui il ricevente il messaggio non abbia la possibilità di decidere quale dei due livelli ritenere valido, visto che si contraddicono e nemmeno di far notare l’incongruenza a livello esplicito.

La compresenza di due propositi contraddittori rende impossibile rispondere contemporaneamente ad entrambi.
Il procedimento perverso consiste soprattutto nel porre il ricevente in una situazione paradossale per poi poterlo rimproverare della contraddizione in cui è stato messo.

Questo tipo di comunicazione paradossale invalida necessariamente la relazione minando l’equilibrio emotivo di chi la subisce e rendendo vano ogni tentativo di dialogo o confronto costruttivo. 


Se un soggetto fin dalla sua prima infanzia, quando cioè non è in grado assolutamente di fare alcuna operazione critica su quello che gli adulti gli dicono, è sottoposto a una sequenza di messaggi intimamente contraddittori tali per cui egli viene messo pragmaticamente in una posizione indecidibile, la sua capacità di organizzare logicamente il pensiero e di guardare il mondo applicandovi delle categorie che gli consentano di rappresentarsi in modo razionale è sconvolta.

Vishuddha Chakra in Breve

Caratteristiche Equilibrate 

L’equilibrio di Vishuddha consiste nella capacità di comunicare la verità della propria esperienza, di riconoscere e accogliere la verità di un altro e di affrontare la vita in modo creativo.

La creatività, in questo caso, non ha nulla a che fare con l’essere un artista, ma va inteso come la capacità di creare nuove modalità di affrontare la vita in modo efficace. Ciò può essere rivelato dal modo in cui l’individuo è in grado di adattarsi, vedendo davanti a sé infinite possibilità.

Se si dovesse descrivere genericamente un individuo con un terzo Chakra equilibrato, si direbbe che egli ha una voce è squillante e piacevole, che possiede un suo ritmo naturale ed giusta  di tonalità e volume. Il ritmo si riscontra anche nei movimenti del corpo coordinati senza controllo e privi di agitazione.

Infine l’individuo mostra una buona capacità di esprimersi ma anche di ascoltare entrando in risonanza.

Infatti, man mano che la coscienza si eleva verso i centri superiori, la forma diventa meno importante, mentre aumenta l’importanza della consapevolezza e dell’intelligenza, intesa come capacità di pensare.

A sua volta, il pensiero, crea una corrente discendente, ovvero che che dall’intelletto si riversa nel corpo e nel mondo esteriore esprimendosi in quella che viene detta realizzazione individuale.

Tuttavia, sebbene non sia così improbabile incontrare individui con un quinto Chakra equilibrato, è piuttosto comune che si presentino aspetti equilibrati ma anche di carenza e di eccesso nello stesso individuo, permettendo di comunicare bene in alcuni casi e male in altri.

Occorre ricordare sempre che Vishuddha è una porta e come tale il suo ruolo è proprio quello di aprirsi e chiudersi.

Carenza Energetica 

Chi ha un quinto chakra carente non riesce a mettere insieme le parole, ha una voce debole, stentata, ritmicamente ineguale.

La persona prova un’eccessiva timidezza, il bisogno di nascondersi, il timore dell’umiliazione.

La comunicazione e l’ascolto non sono solo rivolti verso l’esterno, al punto che l’individuo talvolta non si accorge di non comunicare affatto.

Anche lo scambio tra mente e corpo è deficitario: i segnali del corpo vengono ignorati, si dimentica di dire le cose ad altri, spesso non riesce neppure ad ottenere l’attenzione necessaria per comunicare loro qualcosa.

In compenso la comunicazione esterna, che passa attraverso Svadhisthana, bombarda questo Chakra da cui la coscienza si ritrae al punto che l’individuo non si riconosce neppure il diritto di porre domande.

Di solito un adulto in tale situazione ha avuto dei genitori invasivi e controllanti, dunque ha imparato a non attirare l’attenzione e a tenersi questo Chakra chiuso, come autodifesa.

Eccesso Energetico 

Con un quinto Chakra in eccesso, parlare è una difesa usata come mezzo per mantenere il controllo. Inoltre, controllare la conversazione, l’argomento, il ritmo, pone l’individuo al centro dell’attenzione.

Poiché il quinto chakra è una delle aperture attraverso cui è possibile scaricare lo stress, una verbosità eccessiva può essere un mezzo di liberarsi dell’energia.

L’ira non riconosciuta spesso viene espressa anche attraverso una parlata rapida o un tono di voce particolarmente squillante. Quando le parole occupano la coscienza, impediscono di ascoltare il proprio corpo e, più precisamente, se stessi.

Naturalmente, nonostante la copiosa verbosità, i contenuti sono molto poveri.

Strategie di Cura

Sia l’eccesso che la carenza di energia nel quinto Chakra sono dovuti alla mancanza di collegamento tra intelletto e fisicità, dunque tra Muladhara e Svadhisthana con i Chakra superiori a Vishuddha.

Il canto è una forma di intonazione che culla le vibrazioni del nostro corpo e della coscienza portandole alla risonanza, attraverso la ripetizione ritmica di una semplice frase o suono.

I suoni usati nel canto possono avere dei significati specifici, come quando ripetiamo delle affermazioni su cose che vorremmo cambiare, oppure significati simbolici, come ad esempio dei mantra o nelle filastrocche, oppure possono non avere alcun significato e oltrepassare totalmente la mente cosciente.

In ogni caso, si tratta comunque di esperienze ritmiche in cui la mente cosciente si annichilisce. Più essa si annichilisce, più possibilità ci sono di far emergere i contenuti inconsci, fino a raggiungere lo stato di trance.

Affermazioni: pratica il silenzio e ascolta il bambino interiore

Vishuddha nelle Discipline Olistiche

Elemento: etere

Colore: azzurro

Sistema Endocrino: ghiandola tiroidea e paratiroidi

Profumi: Eucalipto, Menta, Limone, Cedro

Cristalli: Calcedonio, Lapislazzuli, Turchese, Zaffiro

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